
Intelligenza artificiale: i lavori a rischio scomparsa in Italia, scopri quali!
2025-03-04
Autore: Luca
L'intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il panorama lavorativo, e alcune professioni si trovano a rischio estinzione. I settori più vulnerabili comprendono quelli dove è possibile automatizzare le mansioni, come contabili, tecnici bancari, statistici e persino notai. Un focus di Censis e Confcooperative stima che circa 6 milioni di lavoratori potrebbero essere sostituiti entro il 2035. In particolare, le donne e i laureati saranno le categorie più colpite, mentre chi ha un basso livello di istruzione potrebbe sembrare meno esposto.
Ma non è tutto negative notizie. Entro il 2035, l'implementazione dell'IA potrebbe portare a una crescita del PIL dell'1,8%, equivalente a circa 38 miliardi di euro. Tuttavia, l’approccio deve cambiare: secondo Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, "la persona deve essere al centro del modello di sviluppo, con l'intelligenza artificiale al servizio dei lavoratori". Questo avvertimento sottolinea l’importanza di un’integrazione equilibrata tra tecnologia e capitale umano, evitando un uso disumano della tecnologia.
L'impatto dell'IA su 15 milioni di lavoratori
Il report segnala che circa 15 milioni di lavoratori subiranno impatti significativi nelle loro professioni a causa dell'IA. Di questi, 6 milioni potrebbero vedere le loro mansioni completamente sostituite, mentre 9 milioni di lavoratori si troveranno affiancati dalla tecnologia nelle loro attività. Professionisti come avvocati, magistrati, dirigenti e psicologi sono tra quelli che potrebbero avvalersi dell'IA per migliorare la loro efficienza, ma alcune delle loro mansioni potrebbero essere parzialmente automatizzate.
Il contesto italiano e internazionale
Nel 2024, solo l'8,2% delle imprese italiane utilizza l'intelligenza artificiale, rispetto al 19,7% della Germania e alla media UE del 13,5%. La Francia si attesta a una percentuale del 9,91%, mentre la Spagna è al 19,7%. Questo scarto è particolarmente evidente nei settori del commercio e della manifattura. Secondo una ricerca di Censis, appena un lavoratore italiano su quattro sfrutta l'IA, soprattutto per attività come l'invio di e-mail e la redazione di rapporti. L'adozione della tecnologia diminuisce con l’età: solo il 35,8% dei giovani tra i 18 e i 34 anni la utilizza. È interessante notare che solo il 19,5% ha intenzione di investire in beni e servizi legati all'IA nei prossimi anni.
Conclusione allarmante
In un mondo in continuo mutamento, il messaggio è chiaro: per affrontare efficacemente questa rivoluzione, bisogna prepararsi e adattarsi. Le aziende e i lavoratori devono collaborare per definire un futuro in cui l'intelligenza artificiale non sostituisca l'intelligenza umana, ma la potenzi. Rimanere informati e formarsi sulle tecnologie emergenti sarà cruciale per preservare i posti di lavoro nel contesto di questo cambiamento globale.