
Scoperte straordinarie: quattro mini-Terre nei pressi della stella di Barnard
2025-03-17
Autore: Marco
In una scoperta rivoluzionaria, il telescopio Gemini North, dotato dello strumento Maroon-X, ha rivelato l'esistenza di ben quattro mini-Terre, mondi rocciosi caratterizzati da una massa inferiore a quella del nostro pianeta. Questi esopianeti orbitano attorno a una stella molto prossima al Sole, la stella di Barnard, che dista solo 6 anni luce dalla Terra.
La stella di Barnard è una nana rossa situata nella costellazione dell'Ofiuco ed è la seconda stella più vicina a noi, dopo il sistema di Alpha Centauri. Questa scoperta si unisce a una serie di ricerche che hanno portato a confermare l'esistenza di un pianeta in orbita attorno alla stella già nel mese di ottobre 2024. Ciò che stupisce maggiormente è il numero crescente di mondi che ora sappiamo esistere in quella regione, con esopianeti che hanno masse comprese tra il 20% e il 30% inferiori rispetto a quella terrestre.
Questa situazione è rilevante per diversi motivi. La stella di Barnard, essendo un sistema singolo come il nostro, offre una rarità che attira l'attenzione degli astronomi. In aggiunta, uno dei pianeti scoperti è stato etichettato come l'esopianeta meno massiccio mai rilevato tramite la tecnica delle velocità radiali.
Il dottorando Ritvik Basant dell’Università di Chicago, primo autore dello studio sull'argomento, ha commentato: “Questa scoperta rappresenta un punto di svolta nella precisione degli strumenti astronomici rispetto alle generazioni precedenti”. È impressionante notare che lo spettrografo utilizzato ha la capacità di rilevare gli effetti gravitazionali che la stella esercita sui pianeti circostanti. Questo straordinario risultato è frutto di un intenso lavoro da parte degli scienziati, che hanno monitorato la stella di Barnard per 112 notti in un arco di tre anni.
La costante attenzione dedicata a questa stella è cruciale, poiché in passato si erano già registrate notizie di mondi alieni che erano poi risultate infondate. La stella di Barnard è stata soprannominata “la grande balena bianca” a causa della sua misteriosità e della sua inclinazione a eludere ripetuti tentativi di scoperta.
Il principale ostacolo alla piena comprensione di questi mini pianeti è l'angolazione con cui si mostrano rispetto alla Terra, che non consente loro di transitare davanti alla loro stella in modo visibile. Determinare la loro composizione rappresenta quindi una grande sfida. Tuttavia, gli esperti sono quasi certi che si tratti di pianeti rocciosi, con periodi di rivoluzione compresi tra 2.3 e 6.7 giorni terrestri. I ricercatori hanno anche escluso la presenza di esopianeti nell'area abitabile della stella, il che rende ancora più intrigante il fatto che la loro massa, sebbene non paragonabile a quella della Terra, si colloca in una gamma compatibile con l'esistenza di acqua liquida sulla superficie.