
Influenza aviaria: diffusione, spillover e rischi per l’uomo. Perché bisogna agire ora
2025-03-22
Autore: Alessandra
L'influenza aviaria è tornata a far paura nel mondo. Dal 2020 ad oggi, i ceppi virali HPAI H5N1 e H5N6 hanno sollevato preoccupazioni significative. Negli Stati Uniti, focolai di LPAI e HPAI H7N3 sono stati segnalati negli allevamenti di tacchini. Nel frattempo, in Europa, il virus HPAI H5N1 si è diffuso rapidamente dall'Africa al Medio Oriente, fino all’Asia. La Cina ha registrato casi di infezione umana da HPAI H5N6, mentre nel Regno Unito sono stati trovati casi di H5N8 tra diverse specie selvatiche, aumentando l’allerta sanitaria.
Nel 2021, focolai continuavano a diffondersi. Il Laos ha avuto il suo primo caso umano di HPAI H5N6 e i Paesi Bassi hanno segnalato infezioni in cuccioli di volpe. Tuttavia, la situazione è diventata drammatica nel 2022: l'H5N1 ha infettato foche in Francia e Spagna, culminando con un caso umano fatale in Cina.
Allarmati dalla situazione, nel 2023 sono stati identificati casi di H5N1 in Antartide, con segnalazioni di morte di orsi polari in Alaska. La crescita dei casi umani ha portato il Brasile a dichiarare un'emergenza sanitaria animale, con preoccupazioni crescenti per la trasmissione tra mammiferi. E ora, nel 2024, il virus ha compiuto un salto di specie, colpendo anche le mucche da latte negli Stati Uniti, aumentando la preoccupazione per i lavoratori del settore.
L'infezione ha costretto le autorità sanitarie a monitorare da vicino il contagio, con oltre 989 allevamenti di bovini colpiti. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato l'attività del virus nella regione del Pacifico occidentale. Un dato interessante è che dalla primavera del 2024, sono segnalati 70 casi umani di infezione da H5, con un numero crescente di infezioni legate a mucche malate e pollame infetto.
In questo contesto, il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha annunciato un finanziamento di 100 milioni di dollari per combattere l'influenza aviaria nel pollame. Gli scienziati stanno lavorando allo sviluppo di nuovi vaccini, in quanto la sicurezza alimentare e la salute pubblica dipendono dalla riuscita di queste innovazioni. La ricerca ha dimostrato che alcuni ceppi, come quello bovino, possono mostrare una replicazione più efficiente nel corpo umano, incoraggiando ulteriori studi.
Sebbene i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) considerino il rischio per la popolazione generale basso, il rischio rimane moderato per chi ha contatti diretti con animali infetti. Questo richiede una sorveglianza continua e strategie di prevenzione più aggressive. È fondamentale che i governi e le organizzazioni sanitarie investano nella ricerca e nella cooperazione internazionale per prevenire future pandemie.
In considerazione di tutto questo, il virus H5N1 si presenta come una sfida non solo per la salute animale, ma anche per la salute pubblica globale. Agire ora può evitare una catastrofe futura. L’integrazione tra le diverse discipline deve diventare una priorità, per affrontare le cause profonde dei focolai virali e per proteggere la salubrità del nostro pianeta. Senza un cambiamento radicale in come affrontiamo la salute globale, rischiamo di vedere la nostra situazione deteriorarsi ulteriormente.