"In Azerbaijan la polizia ha chiuso il mio teatro, volevano uccidermi": l'inchiesta di ReCommon sulla repressione nel paese che ospita la Cop29
2024-11-11
Autore: Maria
Roma, 11 nov. (Adnkronos) - La situazione in Azerbaijan è sempre più allarmante, soprattutto in vista della Cop29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Le recenti inchieste di ReCommon hanno portato alla luce un clima di repressione sistematica, specialmente nei confronti degli artisti e dei dissidenti politici. Proprio recentemente, il noto teatro di Baku è stato chiuso dalla polizia, un gesto che ha sollevato forti preoccupazioni sulla libertà di espressione nel paese.
"Ogni giorno che passa mi sento sempre più in pericolo", ha dichiarato un attore locale sotto anonimato. "La polizia non solo ha chiuso il mio teatro, ma ha anche minacciato me e i miei compagni. Siamo costretti a vivere nella paura."
La repressione in Azerbaijan non è un fenomeno nuovo; il paese è conosciuto per la sua mancanza di libertà civili e diritti umani. Organizzazioni internazionali hanno documentato come le autorità azere utilizzano metodi violenti per mantenere il controllo e silenziare qualsiasi forma di opposizione. Ciò solleva interrogativi non solo sulla sicurezza degli attivisti, ma anche sulla credibilità della Cop29 stessa, che si svolgerà in un contesto di così gravi violazioni dei diritti umani.
Inoltre, la situazione climatica nel paese è critica. L'Azerbaijan è vulnerabile agli eventi climatici estremi, come le inondazioni e le siccità prolungate. Solo nel 2023, si sono verificati 399 disastri naturali in tutto il mondo, molti dei quali hanno avuto un impatto diretto sulle comunità vulnerabili dell'Azerbaijan. Le conseguenze derivano sia da fattori climatici che da una gestione inadeguata delle risorse ambientali da parte del governo.
Le organizzazioni locali e internazionali, come Amnesty International, hanno esortato la comunità globale a non ignorare queste violazioni mentre si discute di azioni per affrontare i cambiamenti climatici. "Siamo di fronte a una doppia crisi: quella climatica e quella dei diritti umani," ha dichiarato un portavoce di Amnesty. "Se non si parla di libertà e giustizia nel contesto della crisi climatica, rischiamo di vedere ripetersi gli errori del passato."
Con tali circostanze, la domanda è: la Cop29 affronterà veramente questi problemi o ci sarà solo un'opportunità per il governo azero di mascherare le sue violazioni mentre si mostra sulla scena internazionale? Mentre i leader mondiali si preparano a discutere di cambiamenti climatici, le voci di chi vive sotto la repressione in Azerbaijan continuano a essere soffocate, richiamando l'attenzione sull'urgenza della lotta per la giustizia climatica e sociale.