Salute

Il bar dell'ospedale diventa il nuovo sportello: «Può aiutarmi, dottore?»

2025-04-09

Autore: Francesco

URBINO - «Lei è un dottore? Per favore, può aiutarmi a capire l'esito di questi esami?». La scena si svolge al bar dell'ospedale di Urbino, dove una signora over 60, visibilmente agitata, ha deciso di cercare risposte tra i pazienti presenti. Dopo aver contattato il medico di famiglia e aver ricevuto l'imbarazzante risposta che il prossimo appuntamento era tra ben 17 giorni, la signora non ha avuto altra scelta che rivolgersi ai medici in pausa caffè.

Questa situazione surreale mette in evidenza il grave stato della sanità locale, in cui anche il contatto con il medico di base sta diventando un'impresa complessa. La signora ha spiegato: «Volevo capire se dovevo cambiare la cura, non posso aspettare quasi tre settimane per avere un chiarimento. È inaccettabile!».

Pronto soccorso sovraffollato

In effetti, chi tenta di rivolgersi al pronto soccorso rischia di affrontare lunghe attese, dato che è spesso in affanno per gestire le emergenze. Per questo, la signora ha optato per questa soluzione inusuale ma comprensibile. Simili episodi sono sempre più diffusi e mettono in luce la difficoltà di accesso alle cure primarie.

Situazione critica nei medici di famiglia

Secondo il registro dell'area vasta aggiornato, a Urbino ci sono 10 medici di famiglia, ma solo 5 accettano nuovi pazienti. Nella vicina Fermignano, la situazione è simile, con pochi medici disponibili a nuove iscrizioni, creando confusione e frustrazione tra gli utenti. Per rendere la situazione ancora più complicata, nel comune di Vallefoglia, mercoledì scorso, si è sfiorata una rissa tra pazienti in attesa, mostrando quanto sia tesa la situazione e la mancanza di organizzazione.

Emergenza assunzioni

Il fenomeno è aggravato da numerosi pensionamenti e dalla precarietà lavorativa dei nuovi medici, spesso assunti con contratti brevi, che non offrono stabilità né la certezza necessaria per attrarre professionisti nel settore. A Tavullia, per cercare di contrastare il problema e garantire un servizio sanitario adeguato, il comune ha deciso di intervenire, offrendo spazi e contribuendo alle spese d'affitto per attirare nuovi medici.

La reazione della comunità è di crescente allerta: la sanità deve essere una priorità e sono richiesti interventi immediati per riformare il sistema e garantire un'assistenza dignitosa a tutti. Per il bene della salute pubblica, ci si aspetta un'accelerazione della formazione e assunzione di nuovi medici, affinché episodi come quello della signora non diventino la norma.