I vestiti in cotone non scompariranno: la verità sulle nuove leggi green dell'UE!
2025-01-08
Autore: Alessandra
Negli ultimi anni, l'Unione Europea ha attuato una serie di normative per rendere l'industria tessile più sostenibile, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo. Tuttavia, alcune disposizioni, come il Regolamento Ecodesign, hanno sollevato polemiche e fraintendimenti, portando molti a credere erroneamente che i vestiti in cotone siano destinati a scomparire. In realtà, le nuove normative non vietano il cotone, ma mirano a regolamentare l'intero settore tessile e a promuovere materiali e processi produttivi più sostenibili.
Le nuove leggi green dell'Unione Europea
Nel dicembre del 2024, è stato approvato il Regolamento Ecodesign, un cambiamento epocale per il settore tessile. Tra le principali novità si segnala il divieto di distruzione degli abiti invenduti, una pratica ancora diffusa nel fast fashion e fortemente criticata per il suo impatto ambientale. La Commissione europea stima che questa misura potrebbe ridurre significativamente i rifiuti tessili, contribuendo a una gestione più responsabile delle risorse.
Inoltre, il regolamento stabilisce requisiti di durevolezza, riparabilità e riciclabilità per i prodotti tessili. Ogni capo dovrà essere accompagnato da un passaporto digitale che fornisce informazioni sulla sua composizione, sulle origini delle materie prime e sulla sostenibilità del processo produttivo. Questo approccio promuove un'economia circolare, incoraggiando il riutilizzo e il riciclo dei materiali.
Il ruolo del cotone: una scelta sostenibile
Contrariamente all'opinione diffusa, il cotone non scomparirà. Le nuove normative europee non impediscono né la produzione né la vendita di capi in cotone, che continua ad essere una delle materie prime più utilizzate nel mondo della moda. Tuttavia, l'Unione Europea sta spingendo verso l'adozione di metodi di coltivazione più sostenibili, come la promozione del cotone biologico, per mitigare l'impatto ambientale spesso associato alla coltivazione di questa fibra, che è intensiva in termini di consumo d'acqua e utilizzo di pesticidi.
È importante notare che, se prodotto in modo responsabile, il cotone rimane una scelta favorevole rispetto a molte fibre sintetiche, derivate dal petrolio, come il poliestere e il nylon. Questi materiali, pur essendo economici e versatili, presentano maggiori problematiche in termini di inquinamento e sono più difficili da riciclare. Di conseguenza, le normative europee promuovono una maggiore trasparenza e responsabilità nella catena di approvvigionamento tessile, cercando di garantire che gli standard di sostenibilità siano rispettati lungo l'intero processo produttivo.
La sostenibilità nel settore tessile non è solo una necessità ambientale, ma una responsabilità sociale che coinvolge produttori, consumatori e legislatori. Con la corretta attuazione delle nuove normative, l'industria della moda può davvero muoversi verso un futuro più verde, senza sacrificare la tradizione e la qualità del cotone.