Finanze

I Rischi dell'Esclusione dei Titoli di Stato dal Calcolo dell'ISEE: Un Problema di Equità Sociale

2025-01-16

Autore: Matteo

Martedì, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha firmato un decreto (DPCM) che conferma per il 2025 l’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE, limitatamente a importi fino a 50mila euro. Questa decisione ha suscitato preoccupazioni significative riguardo all'equità del sistema di servizi pubblici che si basa proprio su questo indicatore, vitale per l'accesso a servizi come asili nido e sussidi.

L’ISEE, valore fondamentale per valutare la situazione economica delle famiglie, vedrà un abbassamento per coloro che possiedono titoli di Stato, mettendoli in una posizione di vantaggio rispetto a chi non ha questi investimenti. Il governo Meloni intende, con questa scelta politica, incentivare il risparmio nelle obbligazioni pubbliche, ma tale provvedimento rischia di amplificare le iniquità esistenti nel sistema di welfare, favorendo le famiglie più abbienti e non quelle realmente bisognose.

Secondo simulazioni del Sole 24 Ore, avere un patrimonio di 50mila euro in titoli di Stato può ridurre l’ISEE fino al 18%, aumentando così il diritto a sussidi. Tuttavia, questo comporta una violazione del principio di equità orizzontale: famiglie con redditi simili non riceveranno lo stesso trattamento economico a causa delle loro scelte su investimenti in strumenti pubblici o privati.

L’inequità orizzontale si manifesta concretamente: due famiglie con lo stesso reddito potrebbero ricevere assistenza completamente diversa solo a causa dei propri investimenti. Il principio di equità verticale, che prevede benefici maggiori per i più poveri, è anch'esso minacciato: una famiglia con investimenti pubblici potrebbe avere accesso a più aiuti rispetto a un'altra in una situazione economica peggiore, creando un sistema perverso.

L’ISEE viene annualmente compilato da oltre dieci milioni di famiglie e gioca un ruolo cruciale nella determinazione del diritto ai sussidi statali. Tra le altre misure, il bonus di mille euro per i nati nel 2025 è riservato a famiglie con un ISEE inferiore ai 40mila euro, evidenziando ulteriormente l'importanza di questo strumento.

I titoli di Stato, attraverso i quali lo Stato italiano si finanzia promettendo un tasso d'interesse, comprendono diverse tipologie come BOT e BTP, con un trattamento fiscale già agevolato (12,5% contro il 26% per altri investimenti). La decisione di escluderli dal calcolo dell’ISEE potenzialmente altera le dinamiche di mercato e sposta gli investimenti da strumenti privati a quelli pubblici, creando così distorsioni.

La retorica governativa mira a riportare il debito italiano nei "portafogli delle famiglie", promettendo una maggiore stabilità se gli investimenti sono detenuti da risparmiatori privati. Tuttavia, questa visione non tiene conto degli effetti che il provvedimento avrà sull’equità sociale e sull’accesso ai servizi pubblici.

Il processo di implementazione della misura ha mostrato carenze organizzative, con un ritardo di oltre un anno rispetto all’approvazione iniziale, generando tumulto e incertezze per le famiglie investitrici. Chi ha presentato l’ISEE nei primi mesi del 2025 si trova in una situazione complicata, potendo richiedere una nuova certificazione solo in un momento di mercato sfavorevole per i titoli di Stato.

In definitiva, mentre il governo mira a incentivare l’investimento nelle obbligazioni pubbliche, è fondamentale considerare il costo sociale di tali politiche e il loro impatto sull’equità del sistema di welfare. Cosa ne pensano i cittadini di questa scelta controversa? Riuscirà il governo a garantire un accesso equo ai servizi pubblici, o ci saranno conseguenze devastanti per le famiglie più vulnerabili?