Gli Stati Uniti trasferiscono 11 detenuti yemeniti da Guantanamo a Oman: un passo verso la chiusura?
2025-01-07
Autore: Maria
Lunedì, gli Stati Uniti hanno ufficialmente trasferito 11 persone yemenite detenute nel famigerato carcere di Guantanamo, situato sull'isola di Cuba, in Oman, un paese limitrofo allo Yemen. Questa notizia è stata diffusa dal dipartimento della Difesa statunitense, sottolineando che il trasferimento è stato concordato con il governo dell'Oman. Questo accordo rappresenta un'importante strategia per contribuire alla riduzione del numero di detenuti a Guantanamo, in vista della tanto attesa chiusura del carcere.
Le 11 persone trasferite non avevano mai ricevuto accuse formali, una delle critiche più ricorrenti sulla legalità e l'etica delle detenzioni a Guantanamo. Attualmente, solo 15 detenuti rimangono nel carcere, un numero drasticamente ridotto rispetto ai circa 800 detenuti che sono stati imprigionati in oltre vent’anni di attività del carcere.
Il carcere di Guantanamo è stato istituito dall'amministrazione del presidente repubblicano George W. Bush come risposta agli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001. Negli anni, è diventato un simbolo controverso delle violazioni dei diritti umani, con diverse organizzazioni per la difesa dei diritti civili che ne hanno criticato la gestione. Nonostante le numerose promesse di chiusura, il carcere è rimasto operativo, con dibattiti che continuano a infiammare l'opinione pubblica.
Recentemente, è stato riportato che Ridah Bin Saleh al-Yazidi, un detenuto tunisino, è stato liberato e rimpatriato, segnando un altro passo verso la possibile chiusura del carcere. Inoltre, si prevede che nei prossimi giorni Khalid Shaikh Mohammed, il noto organizzatore degli attacchi dell'11 settembre, si dichiari colpevole, il che potrebbe portare a una revisione delle condanne nel carcere.
Il futuro di Guantanamo rimane incerto, ma questa serie di trasferimenti potrebbe indicare una nuova direzione per la gestione delle detenzioni post-11 settembre. Se la chiusura diventerà realtà, non solo segnerebbe la fine di un'era controversa, ma solleverebbe anche domande importanti sul trattamento dei detenuti e sui principi di giustizia che guidano il sistema legale americano.