Giancarlo Polifroni: il killer della 'ndrangheta giustiziato a Bovalino, un'epopea di crimine e vendetta
2025-01-10
Autore: Luca
Giancarlo Polifroni: una vita di crimine
Giancarlo Polifroni, un noto esponente della criminalità organizzata, è stato ucciso a Bovalino con almeno cinque colpi di pistola, proprio davanti alla sua abitazione. La sua morte segna un capitolo drammatico di un'esistenza trascorsa tra carcere e latitanza. Uscito da poco dagli arresti domiciliari, Polifroni stava scontando una pena per l'omicidio del musicista bovalinese Totò Speranza e per un intenso traffico di droga smascherato dalle operazioni 'Imelda' e 'Stupor mundi' dell'antimafia.
Un latitante di alto profilo
Già nel 2000, Polifroni era considerato un latitante di alto profilo, accusato di aver organizzato un traffico di marijuana che operava principalmente nella sua città natale, Bovalino. Ma il suo passato criminale affonda le radici negli anni '90, quando giovanissimo divenne uno dei principali spacciatori della bassa Locride.
L'omicidio di Totò Speranza
L'omicidio di Totò Speranza ha segnato una svolta nella vita di Polifroni. Speranza, un musicista punk e spirito libero, aveva accumulato un debito con Polifroni, ma non era riuscito a saldarlo. La notte del 12 marzo 1997, Polifroni invitò Speranza a salire in auto con lui per discutere, ma non lo lasciò mai tornare a casa. Il suo corpo fu ritrovato il giorno seguente, segnando l'inizio di una lunga serie di indagini.
Arresto e traffico internazionale di droga
Condannato in contumacia, Polifroni fu arrestato nel 2006 ad Amsterdam, dove si era affermato come un importante narcotrafficante nel traffico internazionale di droga. Era collegato a diversi gruppi mafiosi del mandamento jonico e il suo nome emerse in operazioni come 'Trina', 'Timpano', 'Nasca' e 'Super gordo'. Tuttavia, l'operazione 'Stupor mundi' lo fece finire sotto i riflettori della giustizia, con magistrati dell'antimafia che lo identificavano come chiave in un vasto traffico di cocaina tra Sud America e Nord Europa, orchestrato da cosche dannatamente potenti.
La fuga e il legame con la Calabria
Polifroni, fuggito in Olanda e Belgio durante la sua latitanza, continuava a mantenere legami con la sua regione d'origine, la Calabria. La sua vita da criminale e la sua morte violenta mettono in luce il persistente scollamento tra giustizia e criminalità organizzata nel paese, sollevando interrogativi sull'efficacia delle operazioni di contrasto alla 'ndrangheta.
Indagini sull'omicidio
Il fascicolo sull'omicidio di Polifroni è ora passato alla DDA reggina, dove potrebbero emergere ulteriori dettagli su una vendetta che sembra aver segnato un altro sanguinoso capitolo nella guerra silenziosa tra bande mafiose della Calabria.