Intrattenimento

Enrico Ruggeri: «Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno. C'è tanta povertà intellettuale»

2025-01-03

Autore: Maria

Enrico Ruggeri, icona della musica italiana, è tornato in televisione su Rai2 con il suo programma "Gli occhi del musicista", dove si esibisce dal vivo, celebrando il potere della musica autentica. "La scelta di suonare totalmente dal vivo è fondamentale. Dovrebbe essere la normalità, non una rivoluzione", afferma Ruggeri con passione. Il 17 gennaio prossimo, pubblicherà il suo nuovo album di inediti, "La caverna di Platone", che esplora il concetto platonico della realtà, in cui molti preferiscono rimanere ignoranti piuttosto che affrontare la verità estranea.

Enrico Ruggeri e il divario generazionale

In un'intervista a La Repubblica, Ruggeri esprime preoccupazione per i giovani che sembrano essere disconnessi dai "capolavori della nostra canzone". "Una parte di loro ascolta musica di scarsa qualità, ma ci sono anche giovani che scelgono di venire ai nostri concerti. Magari sono pochi, ma ci sono", sottolinea. Tuttavia, la sua posizione rispetto a Tony Effe è netta: "Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno. C'è una grande povertà intellettuale che ci circonda. Ma c'è una forte domanda per certa musica; non si tratta di censurare, ma di avere onestà intellettuale".

Ruggeri critica anche l'atteggiamento degli organizzatori: "Prima chiamano un artista e poi lo mandano a casa. È ovvio che ne deriva un caos". Le sue parole riflettono un forte senso di responsabilità verso la cultura musicale, sentendosi sia testimone che narratore di quest'epoca. "Il narratore deve aggiungere poesia a quello che racconta, mentre i rapper, a volte, si limitano a raccontare la cronaca".

Riflessioni sul passato

Durante l'intervista, Ruggeri riesce a toccare un argomento delicato: la malattia del padre, che soffriva di una grave forma di depressione. "Era un uomo disturbato e il nostro rapporto non è stato facile. La sua intelligenza è andata sprecata e ha prosciugato risorse per generazioni. Tuttavia, lo ringrazio, perché se fossi nato in una famiglia benestante non avrei avuto la stessa rabbia e motivazione per raccontare la mia storia".

Ruggeri si confronta anche con il sentimento di rimpianto e incompiutezza: "Mi chiedo se gli sono stato abbastanza vicino. Avrei dovuto chiedergli più cose. Questa incertezza mi crea malessere".

Con la sua musica e le sue parole potenti, Enrico Ruggeri continua a essere una voce importante, che invita a riflettere non solo sull’arte, ma anche sulla nostra realtà e sulle relazioni personali.