
Draghi: una nuova era di difesa per l'Europa con una catena di comando militare
2025-03-19
Autore: Chiara
Mario Draghi, l'ex primo ministro italiano, ha lanciato un appello urgente per rivedere il sistema di sicurezza dell'Unione Europea, che si trova sotto minaccia a causa delle politiche dell'amministrazione Trump e della crescente aggressività della Russia. Draghi ha sottolineato che è necessario dotarsi di una difesa comune e passare a un approvvigionamento integrato delle armi, per non essere più dipendenti dagli Stati Uniti.
In un intervento al Senato, Draghi ha evidenziato l'importanza di una nuova catena di comando militare che possa operare al di sopra delle singole priorità nazionali e possa garantire una difesa continentale più coesa. "Una catena di comando di livello superiore potrebbe coordinare eserciti eterogenei e rafforzare i livelli di sicurezza in Europa", ha affermato.
Attualmente, la catena di comando della NATO è guidata da un comandante supremo americano, Cristopher Cavoli, il che evidenzia la forte interdipendenza tra l'Europa e le forze armate statunitensi. Ci si chiede dunque cosa accadrebbe in caso di una reale riduzione dell'impegno americano in Europa.
La creazione di una propria forza operativa è stata tentata in passato; i gruppi tattici fondati nel 2007 avrebbero dovuto fornire una risposta rapida a situazioni di crisi. Tuttavia, questi gruppi non sono mai stati utilizzati concretamente, a causa della necessità di approvazione unanime da parte degli Stati membri.
Draghi ha inoltre avvertito della crescente dipendenza degli Stati europei dagli armamenti americani. Secondo dati recenti, tra il 2015 e il 2019, il 52% delle armi importate dai Paesi NATO europei proveniva dagli Stati Uniti, una percentuale che è salita al 64% nel periodo 2020-2024.
Un'analisi più dettagliata mostra che l'Italia dipende particolarmente dagli USA per le armi, con il 95% delle importazioni provenienti da lì, seguita dalla Germania con il 70%, la Polonia con il 45% e la Francia con il 18%. Questa situazione solleva domande critiche sulla sostenibilità della sicurezza europea in un contesto geopolitico sempre più complesso e instabile.
In sintesi, la chiamata di Draghi a un riarmo strategico e a una riorganizzazione della difesa europea rappresenta un passo fondamentale verso un'autonomia militare più significativa, garantendo così una maggiore sicurezza per gli Stati membri dell'Unione Europea.