
Disoccupazione in Italia scende al 5,9%, mentre l'Eurozona segna il 6,1%: Un trend positivo?
2025-04-01
Autore: Giovanni
A febbraio 2025, i dati mostrano un incremento di 47.000 posti di lavoro rispetto a gennaio e un significativo aumento di 567.000 unità rispetto a febbraio 2024. Il totale degli occupati raggiunge così la cifra record di 24 milioni 332.000, con un tasso di occupazione che sale al 63%.
Il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 5,9%, in calo rispetto al 6,2% registrato a gennaio, segnando i minimi dal 2007 (quando era al 5,8%). I disoccupati sono diminuiti di 79.000 unità rispetto al mese precedente e di 342.000 rispetto a febbraio 2024, con una cifra totale di 1 milione 517.000 disoccupati.
Nell'Eurozona, il tasso di disoccupazione è stato del 6,1%, in calo rispetto al 6,2%, mentre nell'Unione Europea la disoccupazione si attesta al 5,7%, rispetto al 5,8% di gennaio. Questi dati sono stati forniti da Eurostat. È interessante notare che in Spagna il tasso di disoccupazione è al 10,4% e in Grecia all'8,6%, mentre i livelli più bassi si trovano in Polonia (2,6%), Malta (2,7%) e Germania (3,5%).
Particolare attenzione va prestata alla disoccupazione giovanile: nell'Eurozona, il tasso è del 14,2%, mentre nell'UE è del 14,5%. La disoccupazione femminile si mantiene costante sia in Eurozona (5,4%) che nell'UE (6%), mentre quella maschile è al 5,9% nell'Eurozona (in calo dal 6%) e al 5,5% nell'UE (in calo dal 5,6%).
Un cambiamento demografico sul lavoro
Durante l'audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali della transizione demografica, il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, ha evidenziato un boom degli occupati over 50, con un aumento di 1.631.000 in questa fascia di età dal 2004 al 2024. Questo incremento, che corrisponde a un aumento del 7,3%, è interessante in quanto è compensato dalla diminuzione di oltre 2 milioni di occupati tra i più giovani (15-34 anni).
In un lasso di tempo di dieci anni, tra il 2013 e il 2022, hanno lasciato l'Italia 352.000 giovani tra i 25 e i 34 anni; scappando all'estero in cerca di migliori opportunità, mentre solo 104.000 sono tornati. Questo squilibrio ha portato a una svalutazione significativa del capitale umano del paese. Tra i laureati espatriati, molti si sono diretti verso la Germania e il Regno Unito.
In conclusione, mentre i dati sulla disoccupazione sembrano incoraggianti, la realtà demografica e le migrazioni giovanili sollevano interrogativi riguardo al futuro del mercato del lavoro italiano. L'Italia deve affrontare un compito cruciale: motivare e trattenere i giovani talenti per garantire una crescita sostenibile nel lungo termine.