Diciottenne ucciso a Napoli per un gioco assurdo, arrestato il cugino 19enne
2024-11-10
Autore: Chiara
La Procura di Napoli ha emesso nella tarda serata di ieri un provvedimento di fermo nei confronti di Renato Caiafa, un giovane di 19 anni, dopo che nella notte tra venerdì e sabato scorsi, durante una tragica svista, ha accidentalmente ucciso il cugino 18enne Arcangelo Correra. Quest'ultimo è deceduto nell'ospedale Vecchio Pellegrino della città.
Renato Caiafa si è presentato spontaneamente in Questura per fornire la sua versione dei fatti al pubblico ministero Capasso e agli investigatori, i quali lo hanno denunciato per porto illegale e ricettazione dell'arma, una pistola semiautomatica Beretta calibro 9x21, successivamente sequestrata.
Il giovane è accusato di omicidio colposo e si trova attualmente in carcere. Le indagini continuano per fare luce su quanto accaduto e, in particolare, sull’uso imprudente dell'arma.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Caiafa, l'arma sarebbe stata trovata appoggiata sulla ruota di un'auto parcheggiata: "Non avevo mai maneggiato una pistola, non sapevo se fosse vera o falsa. È partito un colpo e solo allora ho visto Arcangelo a terra". Queste parole, diffuse dal suo avvocato, Annalisa Recano, descrivono un episodio che appare come l'ennesimo tragico evento legato alla violenza giovanile.
Inizialmente, ci si era illusi si trattasse di un agguato, data la modalità dell'omicidio avvenuto in pieno centro storico a Napoli, con un colpo alla testa poco prima dell'alba. Solo dopo, si è scoperto che era stato un gioco finito male. Renato, cugino di Arcangelo, è fratello minore di Luigi Caiafa, un ragazzo ucciso nel 2020 durante una rapina.
Il fatto avviene in un contesto allarmante: in soli 17 giorni, tre ragazzi tra i 15 e i 19 anni sono stati uccisi a Napoli. L'ultima vittima, Santo Romano, 19 anni, è morto in un’altra sparatoria provocata da una lite insignificante.
I cittadini sono spaventati e chiedono un intervento deciso da parte delle autorità. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha riconosciuto che le iniziative messe in atto non bastano. Ha parlato dell'importanza di lavorare sull'educazione dei giovani per prevenire la violenza e l'uso delle armi, sottolineando la necessità di programmi di inclusione sociale e di sostegno per i ragazzi.
Il clima di paura è palpabile anche nel settore turistico; diversi operatori lamentano la crescente insicurezza, che ha spinto alcuni visitatori a lasciare Napoli. In risposta a questi eventi tragici, circa 300 persone hanno manifestato in piazza, chiedendo una maggiore attenzione e azioni più concrete contro la violenza.
Le parole del presidente dell'associazione dei b&b e affittacamere, Agostino Ingenito, evidenziano un sentimento di vulnerabilità: "La situazione è insostenibile e richiede immediati provvedimenti di monitoraggio e controllo, specialmente nelle ore serali". Manfredi ha descritto la mobilitazione come "una straordinaria risposta civile" di fronte a un fenomeno che sembra inarrestabile.
La drammatica realtà di Napoli, segnata dall'uso di armi tra i giovani, continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni. Le richieste di intervento riguardano non solo l'inasprimento delle leggi, ma anche un piano straordinario per la prevenzione e l'assistenza ai giovani in difficoltà. In città, molti si sentono impotenti di fronte a una spirale di violenza che ogni giorno sembra prendere nuove vittime.