
Dazi: l'esperto di geopolitica a Genova avverte: "Dobbiamo fingere di cedere alla Cina, ma manca il coraggio"
2025-03-21
Autore: Alessandra
Durante un evento al Palazzo della Borsa di Genova, Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore della rivista di geopolitica Domino, ha affrontato il delicato tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le loro ricadute sull'economia italiana e europea. "Non eravamo abituati a subire dazi americani, e questa situazione ci sconvolge. Il vero problema è che non siamo abili nel bluffare. Dovremmo fingere di stringere accordi con la Cina, il che indurrebbe gli americani a reagire, ma ci manca il coraggio e l'unità di intenti", ha dichiarato Fabbri, sottolineando l'alta tensione attuale tra Stati Uniti e Unione Europea.
Secondo l'analisi della Banca Centrale Europea (BCE), le tariffe americane potrebbero influenzare le importazioni dall'Europa riducendo la crescita dell'area euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha condiviso queste previsioni coinvolgendo anche la Liguria, che risulta essere una delle regioni più colpite. Infatti, secondo l'Istat, oltre 700 aziende liguri risultano vulnerabili alle dinamiche del commercio internazionale, sia in ambito import che export.
Fabbri avverte che i dazi sono destinati a rimanere in vigore per un periodo prolungato. "Le piccole e medie imprese italiane, come le grandi aziende, si adatteranno a questa nuova realtà", ha aggiunto. Tuttavia, i dazi non colpiscono uniformemente, ma mirano a paesi specifici come Italia, Germania, Francia e in parte Olanda. "Sono espressione della frustrazione americana verso l'Europa, in particolare verso l'Italia, che ha storicamente traversato periodi di tensione commerciale con gli Stati Uniti. Non ci aspettiamo un'immediata revoca da parte di una futura amministrazione americana", ha detto.
Fabbri si è quindi chiesto se questa complessa situazione geopolitica possa avvicinare l'Europa. La sua risposta è pessima: "Non vedo segni di unità tra gli stati membri. Su temi come il riarmo, ogni nazione sembra muoversi in ordine sparso. La Germania ha già approvato il proprio piano, mentre noi cerchiamo di finanziare le nostre esigenze senza compromettere il mercato. Non esiste un debito comune europeo su cui fare affidamento per affrontare questa crisi. L'unico aspetto che può unire l'Europa è la politica commerciale, e in tal senso possiamo respingere i dazi in modo compatto, ma per il restante non vedo segnali di unità politica o militare".
In merito alla possibilità di introdurre dazi sulle giganti tecnologiche americane, Fabbri ha dichiarato: "Nessuno ce lo impedisce. Non è mai stato fatto prima, ma in questo contesto alcune delle 'big tech' non godono del supporto del governo americano, come nel caso di Google. Tuttavia, per fare ciò occorrerebbe un'unione politica che al momento appare assente. Ciò nonostante, l'emergere di una tale unità non è escluso in futuro. La situazione è in continua evoluzione e la geopolitica ci riserverà certamente nuove sfide".