La Sardegna si trova al centro di un paradosso: mentre la crisi sanitaria si aggrava e la carenza di medici diventa sempre più evidente, l’isola investe più della media nazionale nel personale sanitario. Questo è quanto emerso dall'ultimo report della Fondazione Gimbe, che sottolinea come i dati non rispecchino la realtà quotidiana vissuta dai cittadini sardi.

Nel 2022, la Sardegna ha registrato un'impressionante presenza di 13,4 medici per ogni 1.000 abitanti, posizionandosi al nono posto in Italia, dove la media è di 11,6. Nonostante queste cifre, la percezione comune è quella di un sistema sanitario al collasso. Infatti, il numero dei professionisti è in calo e molte strutture sanitarie faticano a garantire servizi adeguati.

La Fondazione ha analizzato anche i dati sui medici attivi: nel 2022 erano 124.296, di cui 101.827 nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e 22.469 in strutture equiparate. Interessante notare che, sebbene la Sardegna si distingua con 2,64 medici per 1.000 abitanti, alcune regioni del sud, come la Campania, mostrano una media di soli 1,80.

La spesa pro-capite per il personale sanitario dipendente nel 2023 si è attestata a 833 euro, superando la media nazionale di 672 euro. Ciò colloca la Sardegna al quinto posto, dietro province autonome come Bolzano e Trento.

Tuttavia, in questa spirale di spese elevate, la qualità dei servizi continua a essere messa in discussione. Nel 2022, la Sardegna ha speso 60.123 euro per le unità di personale della sanità, leggermente sopra la media italiana di 57.140 euro. Ciò porta a riflettere: è possibile che ci siano problemi di gestione e distribuzione delle risorse, piuttosto che una carenza di fondi?

La situazione resta critica e i cittadini sardi chiedono soluzioni immediate e concrete per garantire un'assistenza sanitaria che risponda alle loro esigenze. In un contesto dove la salute è diventata una priorità, la Sardegna deve ora affrontare sia il problema della carenza di medici che l'efficacia delle spese sanitarie.