Solo il 13% dei potenziali aderenti al concordato preventivo ha effettivamente partecipato, con quasi 600 mila iscritti su un totale di 4,5 milioni di partite IVA e contribuenti forfettari. Questi numeri, riportati dal prestigioso 'Sole 24 Ore', pongono interrogativi sulle reali efficacie del concordato stesso.

Le stime mostrano una realtà preoccupante per gli economisti, che avvertono che questo potrebbe comportare una significativa perdita di entrate per lo Stato.

Un'analisi approfondita rivela che l'adesione limitata al concordato potrebbe complicare ulteriormente la già fragile situazione fiscale del Paese. Secondo i commercialisti, è ormai evidente che ridurre l'Irpef in questo scenario diventa una missione quasi impossibile.

La situazione è aggravata dall'incertezza economica e dalle difficoltà che i piccoli imprenditori e i professionisti stanno affrontando, rendendo la partecipazione al concordato meno appetibile.

Il Ministro Leo ha dichiarato: 'Dovremo valutare attentamente i dati definitivi prima di considerare qualsiasi misura fiscale, come un eventuale taglio dell'Irpef'. Questa dichiarazione alimenta speculazioni sul futuro della policy fiscale del governo e su come gestirà la crisi di liquidità che sta colpendo molti segmenti dell'economia.

In un contesto in cui le misure di sostegno si fanno sempre più necessarie, la politica fiscale avrà bisogno di nuove strategie. Gli esperti suggeriscono che potrebbe essere necessario rivedere le politiche attuali per affrontare la sfida della bassa adesione al concordato e le sue conseguenze per le finanze pubbliche.