
Chiara Ferragni: il crollo dell’impero dell'influencer più famosa d'Italia
2025-03-13
Autore: Chiara
Chiara Ferragni, icona del fashion e imprenditrice di successo, sta attraversando un periodo turbolento che ha segnato l'inizio di una clamorosa discesa. La svolta si è consumata nel dicembre 2023 con lo scandalo noto come "pandoro-gate", scoperto dalla giornalista Selvaggia Lucarelli. Questo caso ha rivelato come il marchio Chiara Ferragni fosse stato utilizzato per una linea di dolci natalizi di Balocco, venduti a un prezzo gonfiato di 9 euro, con la promessa di donazioni a favore dell'ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. Le accuse sostenevano però che la donazione effettiva fosse stata di soli cinquantamila euro, ben lontana dalle aspettative generate dalla campagna. Questo scontro tra beneficenza e marketing ha offuscato l’immagine dell’influencer, già nota per la sua poliedrica carriera.
Il mix di beneficenza e autopromozione non è nuovo per il duo Ferragni-Fedez, anzi, fino a quel momento era sempre stata una strategia vincente. Nella pandemia, ad esempio, la coppia aveva raccolto milioni per l'ospedale San Raffaele di Milano, ma la loro donazione era risultata molto inferiore rispetto alle aspettative. La discussione su quanto realmente avessero donato era aumentata nel corso degli anni, ma il velo di mistero e il marketing sapiente avevano finora permesso loro di rimanere al centro dell’attenzione.
Ma il "pandoro-gate" è stato il primo scossone serio, una chiamata alla realtà che ha innescato una crisi profonda all'interno della sua azienda, la Fenice. I recenti bilanci parlano chiaro: da un fatturato di 14 milioni di euro nel 2022, la società è precipitata a soli 2 milioni nel 2024, con perdite accumulate di 10,2 milioni di euro. La chiave del problema? Difficoltà nel mantenere accordi con i marchi e la fuga di licenziatari.
La governance della Fenice ha subito un grande cambiamento dopo le dimissioni della coppia Ferragni-Barletta, e Claudio Calabi è stato nominato come nuovo amministratore delegato. Calabi, esperto in ristrutturazioni, si è subito trovato in una situazione complessa. Le tensioni sono esplose di recente, in un incontro di consiglio in cui Morgese, uno dei soci storici, ha messo in discussione il bilancio 2023. La mancanza di una strategia chiara dopo il caso Balocco sembra essere la fonte principale delle frustrazioni di Morgese.
La vera battaglia si gioca ora nella ricapitalizzazione dell’azienda: è stato votato un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro, a cui Chiara ha dichiarato di essere disposta a contribuire interamente. Tuttavia, la pressione è massima e i margini di manovra sono limitati, visto che la maggior parte di questi fondi sarà impiegata per coprire le perdite. Non sorprende dunque che l’azienda abbia già iniziato a ridurre i costi drasticamente, riducendo il personale da sedici a otto unità.
Sebbene il cammino per il rilancio appaia complesso e drammatico, il nome della società rimanda a una possibilità di rinascita. Sarà solo con il tempo che scopriremo se la Fenice potrà, per l'ennesima volta, risorgere dalle sue ceneri. L’incertezza sul futuro è palpabile, in un contesto in cui i social media e le opinioni pubbliche possono cambiare radicalmente in un istante.