
Cessione del credito: Poste Italiane avvia la verifica retroattiva, ecco cosa cambia
2025-03-26
Autore: Luca
Il mondo della cessione del credito legato ai bonus edilizi si arricchisce di un nuovo capitolo che non mancherà di far discutere. Poste Italiane, uno dei maggiori attori nel settore dell’acquisto di crediti d’imposta derivanti da interventi edilizi, ha recentemente intrapreso un'azione retroattiva nei confronti dei contribuenti.
Ma perché questa iniziativa? L'obiettivo è quello di richiedere, anche a distanza di anni, la documentazione necessaria che giustifichi le operazioni di cessione del credito o gli sconti in fattura. Questa misura vuole limitare il rischio di responsabilità solidale in caso di irregolarità e garantire la protezione da potenziali contenziosi con l’Agenzia delle Entrate.
Contrariamente a quanto si possa pensare, non si tratta di un controllo fiscale, ma piuttosto di una misura preventiva adottata da Poste per tutelarsi in vista di ispezioni future da parte dell’Amministrazione finanziaria. Questa mossa strategica permette all’ente di rafforzare la propria posizione prima che inizino i controlli ufficiali.
Un cambiamento normativo significativo
L'intervento di Poste Italiane si inserisce in un contesto normativo profondamente mutato. Prima di giugno 2022, non esisteva un quadro chiaro che disciplinasse le responsabilità del soggetto acquirente del credito. La svolta è avvenuta con la Circolare del 23 giugno 2022, che ha fornito per la prima volta indicazioni sistematiche sulle possibili violazioni da parte del cessionario.
Sulla responsabilità solidale, è ora lampante che chi acquista crediti d’imposta può essere ritenuto corresponsabile in caso di frodi, soprattutto se non sono state attuate misure di verifica adeguate. Da quel momento, gli operatori del mercato hanno dovuto rivedere i propri protocolli di acquisizione e gestione.
Nel caso di Poste Italiane, la decisione di estendere retroattivamente questo approccio alle operazioni precedenti alla circolare ha innescato una revisione dei crediti già acquisiti negli anni passati.
Quali documenti richiede Poste?
La richiesta di documentazione avviene in forma ufficiale e gli utenti sono tenuti a presentare un insieme dettagliato di documenti entro 30 giorni. Sebbene nei contratti originari non fossero previsti obblighi espliciti al riguardo, la mole di documentazione richiesta si basa sui requisiti introdotti dall’articolo 121, comma 6-bis, del Decreto Legge 34/2020, aggiornato dal Decreto Legge 11/2023, noto come Decreto Cessioni.
Tra i principali documenti richiesti figurano:
- Titolo abilitativo edilizio (permesso di costruire, SCIA, CILA, ecc.); - Notifica preliminare all’ASL o dichiarazione di non necessità; - Visura catastale storica; - Fatture e ricevute delle spese sostenute; - Prova di pagamento tramite bonifico parlante; - Asseverazioni tecniche, se necessarie; - Computo metrico estimativo e documentazione del tecnico; - Per lavori condominiali: copia della delibera assembleare; - Visto di conformità, se richiesto; - Contratto d’appalto tra committente e impresa esecutrice.
Nonostante questa richiesta possa sembrare eccessiva ai contribuenti, è importante sottolineare che si tratta di una misura unilaterale di Poste, non di una verifica fiscale.
Responsabilità solidale in evoluzione
Alla base di questa iniziativa c'è il principio di responsabilità solidale tra cedente e cessionario. Con l'aumento delle indagini sulle frodi, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato un piano di controlli mirati sui crediti passati tramite piattaforma telematica. In caso di irregolarità, il Fisco può risalire lungo la catena delle cessioni.
Per evitare di essere coinvolta in contestazioni future, Poste ha scelto di anticipare le verifiche, chiedendo ai contribuenti di fornire documentazione per dimostrare la legittimità dei lavori. Sebbene tale determinazione possa essere vista come saggia, solleva interrogativi sulla retroattività delle richieste e sulla posizione contrattuale degli utenti.
Un’avvertenza per gli altri cessionari
La mossa di Poste Italiane potrebbe fungere da esempio per altri operatori del mercato. In un contesto normativo complesso e in continua evoluzione, è probabile che anche altri cessionari adottino strategie simili, dando vita a un effetto domino che potrebbe coinvolgere migliaia di contribuenti.
In questo scenario, chi ha beneficiato dei bonus edilizi e ha optato per la cessione del credito deve essere preparato. Organizzare e conservare con attenzione la documentazione diventerà fondamentale, anche a distanza di anni dall’intervento edilizio. Concludendo, è evidente che la situazione attuale richiede attenzione e preparazione da parte dei contribuenti.