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Cellino sbotta: "Mi hanno fregato, il Brescia è sotto una maledizione!"

2025-09-11

Autore: Alessandra

Massimo Cellino si scaglia contro il mondo del calcio

Massimo Cellino, il noto imprenditore cagliaritano, è tornato a far parlare di sé con un'intervista esplosiva rilasciata all'Unione Sarda. In essa ripercorre i suoi 35 anni di carriera nel calcio, lanciando critiche taglienti nei confronti del sistema calcistico e del Brescia Calcio, squadra che ha guidato dal 2017 al 2023.

Il calcio non è più quello di una volta

Quando gli viene chiesto se gli manca il calcio dopo il suo allontanamento forzato dalle Rondinelle, Cellino risponde in modo deciso: "No. Non c'è più il calcio che conosciamo, quello per cui andavamo allo stadio. Il sistema è collassato e chi gestisce la Federazione ha distrutto il calcio".

Un'esperienza amara a Brescia

Il suo ricordo del Brescia è carico di amarezza. "Ho acquistato il Brescia attratto da promesse, credevo fosse una società ben organizzata, ma mi sono scontrato con una realtà fatta di debiti. A Brescia pensavo di trascorrere solo un giorno al mese, invece mi sono trovato a gestire enormi problemi finanziari", racconta.

Debiti e malignità

Cellino svela di aver trovato 12 milioni di debiti IVA non dichiarati, e questo ha segnato profondamente la sua gestione. "Sono riuscito a portare il Brescia in Serie A, ma poi c'è stata la pandemia e una cattiveria diffusa che non riesco a spiegare. Brescia è un posto malvagio", afferma con un tono pesante.

La maledizione del Brescia

Una frase che colpisce: "Se nella storia di 115 anni, una società ha trascorso solo 10 anni in Serie A, non è colpa mia. C'è del maligno qui dentro. E se avessi saputo che il compleanno del Brescia è il 17 luglio, col cavolo che l'avrei comprato!".

Cellino: "Sono una vittima"

Riferendosi alla retrocessione dell'estate scorsa e all'esclusione dal campionato, Cellino afferma: "Mi sento vittima di circostanze sfavorevoli. La Sampdoria non doveva retrocedere avendo debiti enormi e garanzie. La mia disgrazia è stata la coda del diavolo".

Un destino ineluttabile

Racconta di come, all'ultimo minuto, gli sia stato chiesto di sborsare 8 milioni di euro per iscrivere la società in Serie C. "Non ce li avevo. Se avessi saputo della situazione, li avrei trovati. E questa è stata la loro volontà ed è ciò che è accaduto".

Fede e malignità nel calcio

Cellino conclude la sua intervista evidenziando un senso di impotenza di fronte a un sistema che sembra volerlo schiacciare. La sua rabbia e la frustrazione traspaiono in ogni parola, lasciando i lettori con una domanda: chi è veramente il maligno nel calcio di oggi?