Capodanno in Piazza Duomo: La Terrificante Verità sui Presunti Abusi di Gruppo
2025-01-08
Autore: Sofia
La studentessa di Liegi, che ha vissuto un incubo a Capodanno in Piazza Duomo, ha raccontato dettagli strazianti sulle molestie subite. "Non importa quanto urlassimo, non c'era modo di liberarsi. Era come una trappola", ha dichiarato. I poliziotti, visibilmente sconvolti, le avrebbero detto che non avrebbero potuto aiutarla. Una poliziotta donna, in particolare, ha pianto in segno di impotenza.
L'indagine della procura di Milano sui presunti stupri di gruppo prende avvio dai racconti delle giovani vittime. Si cerca un uomo identificato dalla studentessa come un testimone che avrebbe assistito agli abusi e cercato di soccorrerle. Gli inquirenti stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza della Galleria, Piazza Scala, e delle altre aree circostanti. La studentessa ha precisato che gli eventi si sono verificati venti minuti dopo la mezzanotte. Nonostante le indagini, finora non ci sono stati sviluppi concreti.
Intanto, il governo ha annunciato l'espulsione di due cittadini tunisini arrestati la notte di Capodanno. Uno di loro, con precedenti penali, è accusato di aver danneggiato una statua e di aver offeso le forze dell'ordine. L'altro era in Italia senza documenti.
Tra le testimonianze emerge quella di una donna emiliana, molestata in coppia con il suo fidanzato, che ha preferito non denunciare. Ha descritto un singolo aggressore, forse originario del Pakistan o dell'India, senza riferire di ulteriori abusi. La sua testimonianza ha messo in evidenza come la situazione si sia concentrata prepotentemente sull'attacco alle turiste belghe.
Il silenzio della giovane vittima ha ingenerato preoccupazioni; sono in corso ricercate per trovare i suoi amici. Non ci sono state altre denunce in merito a molestie da parte di altre donne presenti quella notte. La studentessa ha dichiarato che intende presentare una denuncia alla polizia belga. Laura, studente all’ultimo anno di un corso di formazione immobiliare, ha condiviso in un'intervista che "ci vorrà tempo per superare questo trauma, che potrebbe influenzare i miei futuri viaggi".
Le testimonianze delle vittime parlano di un evento che doveva essere festoso, ma che si è trasformato in un vero e proprio incubo. In Piazza Duomo, infatti, non si sono tenuti fuochi d’artificio né il tradizionale conto alla rovescia, e la maggior parte delle persone presenti non era di origine italiana. I racconti descrivono gruppi di giovani con bandiere di Palestina, Turchia, Iraq e Pakistan concentrati attorno al monumento a Vittorio Emanuele. Quando alcuni hanno lanciato fuochi d’artificio, la folla ha iniziato a disperdersi, generando una sensazione di panico e pericolo imminente.
Molte delle giovani vittime si sono sentite immediatamente circondate da un gruppo di uomini, tra i 50 e i 100, che le hanno immobilizzate. "Ci toccavano ovunque, mentre noi cercavamo di difenderci", ha affermato. "Non c’era modo di salvarci da questa violenza. Nessuno sembrava in grado di aiutarci". La vittima ha anche affermato di essersi rivolta ai poliziotti presenti, ricevendo la risposta tragica che non potevano fare nulla per aiutarla.