Scienza

Arrivano le Safe Zone nelle sedi dell’Inaf: Un Nuovo Inizio per l’Inclusività

2025-01-21

Autore: Marco

Come trasformare il proprio ufficio, studio o laboratorio in un ambiente sicuro e inclusivo? A partire da mercoledì 22 gennaio, circa 170 dipendenti dell'Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) – 110 donne e 60 uomini – scopriranno la risposta grazie a un corso di formazione online sulle cosiddette safe zone. Questo corso, della durata complessiva di sei ore, sarà condotto da Roberto Baiocco, professore al Dipartimento di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione della Sapienza. Al termine della formazione, i partecipanti riceveranno un adesivo identificativo “Safe Zone” da affiggere sulla porta della propria stanza, diventando così punti di riferimento per promuovere l'inclusività all’interno dell'Inaf.

Per capire a chi si rivolgono e che funzione avranno le safe zone, abbiamo intervistato Silvia Piranomonte, astronoma e membro del Comitato Unico di Garanzia dell'Inaf, che ha collaborato con Vito Giacalone e il prorettore della Sapienza Fabio Lucidi per realizzare questo accordo. L'Inaf è infatti il primo ente di ricerca italiano ad implementare le safe zone.

Cosa sono concretamente le Safe Zone?

Le safe zone sono spazi di ascolto e condivisione progettati per promuovere inclusione, supporto e sicurezza all'interno delle comunità accademiche e di ricerca. Originariamente concepite negli Stati Uniti nell'ambito dell’attivismo LGBTQ+ nei college e nelle università, il loro concetto si è ampliato per abbracciare l'ideale moderno di libertà e dignità per tutti gli esseri umani. Gli operatori delle safe zone ricevono una formazione specifica sulle questioni di genere, orientamenti sessuali e identità di genere, per affrontare la discriminazione e migliorare il benessere.

Risultati raggiunti in Italia

In Italia, le safe zone sono già state adottate in diverse università, tra cui la Sapienza di Roma e l’Università di Torino, dimostrando di migliorare il senso di comfort e sicurezza negli ambienti di lavoro. Queste iniziative hanno aumentato la visibilità delle minoranze e rafforzato il supporto esterno, contribuendo a una maggiore consapevolezza sulle tematiche legate alla diversità e sesso, riducendo così i conflitti interni e migliorando il benessere generale.

Funzionamento e Accessibilità delle Safe Zone

L'obiettivo dell'Inaf è rendere le safe zone accessibili a studenti e a tutto il personale. Una volta completato il corso, verranno distribuiti gli adesivi “Safe Zone Inaf”, che identificheranno chiaramente luoghi e persone a cui rivolgersi. Questa iniziativa rappresenta un forte messaggio a favore dell'inclusione, contribuendo a creare una comunità dove il rispetto e il benessere delle persone sono al centro.

Esempi Pratici

Un esempio concreto: un dipendente Inaf, uno studente o una studentessa che si sente discriminato/a o poco valorizzato/a, può trovare un ascolto empatico e confidenziale all’interno di una safe zone. Questi spazi sono gestiti da colleghi formati, riconoscibili grazie all'adesivo “Safe Zone Inaf”. Inoltre, le safe zone non si limitano all'ascolto, ma possono anche indirizzare le persone verso risorse specifiche dell'ente, come supporto psicologico o legale, per affrontare le tematiche di genere e identità.

Questa iniziativa non rappresenta solo un passo verso una maggiore inclusività nelle strutture di ricerca, ma anche un forte segnale culturale di rispetto e comprensione, catalizzando un cambiamento positivo all'interno dell’ambiente accademico italiano.