Scienza

Allerta Microplastiche Nel Cervello: Il Pericolo Invisibile Che Minaccia La Salute Umana

2025-03-04

Autore: Matteo

Immaginate di avere un cucchiaio di plastica nel cervello, polverizzato in particelle microscopiche. Un recente studio ha messo in evidenza la presenza di "livelli allarmanti di microplastiche" nel tessuto cerebrale umano, con concentrazioni sorprendentemente più elevate rispetto ad altri organi vitali. Ma c'è di più: nei cervelli delle persone con demenza, queste microplastiche risultano essere da "3 a 5 volte superiori" a quelle di individui sani, evidenziando una crisi sanitaria invisibile che suscita preoccupazioni crescenti per la salute cognitiva.

Sulla base di un'analisi pubblicata su Brain Medicine, il commento esamina i risultati di una ricerca associata a Nature Medicine, che ha analizzato i tessuti cerebrali di persone defunte. Lo studio ha rivelato che il cervello umano contiene una quantità di microplastiche equivalente a circa un cucchiaio, con concentrazioni da 7 a 30 volte più elevate rispetto ad organi come fegato e reni. "Il drammatico aumento delle concentrazioni di microplastiche nel cervello in sole due generazioni è particolarmente preoccupante", ha affermato il dottor Nicholas Fabiano, principale autore della ricerca.

Rischi e Impatti Sulla Salute Neurologica

Le microplastiche più piccole, di dimensioni inferiori ai 200 nanometri e composte prevalentemente da polietilene, si accumulano nelle pareti dei vasi sanguigni del cervello e nelle cellule immunitarie. La loro dimensione ridotta consente loro di attraversare la barriera ematoencefalica, sollevando interrogativi su come queste particelle possano influenzare patologie neurologiche, compresi disturbi neurodegenerativi come l’Alzheimer.

Strategie di Riduzione dell'Esposizione

Gli esperti raccomandano di adottare diverse strategie per ridurre l'esposizione alle microplastiche, come il passaggio dall'acqua in bottiglia a quella del rubinetto filtrata. Questo semplice cambiamento potrebbe abbattere l'assunzione annuale di microplastiche da 90.000 a 4.000 particelle. Infatti, secondo il dottor Brandon Luu dell'Università di Toronto, "l'acqua in bottiglia è una delle principali fonti di microplastiche. Passare all'acqua du rubinetto potrebbe ridurre questa esposizione di quasi il 90%". Altre fonti comuni di microplastiche sono le bustine di tè in plastica e i contenitori di plastica utilizzati per riscaldare cibi al microonde.

Necessità di Ulteriori Ricerche

È cruciale notare che gli esperti avvertono della necessità di ulteriori ricerche per confermare se una riduzione dell'esposizione porti effettivamente a un minore accumulo di microplastiche nel corpo umano. È anche essenziale esplorare i potenziali meccanismi di eliminazione, come la sudorazione, e stabilire limiti chiari di esposizione alle microplastiche. L'invito è di dare priorità a questa problematica e di valutare le conseguenze a lungo termine sulla salute, poiché queste particelle invisibili potrebbero avere più impatti sulla salute di quanto possiamo immaginare. Non possiamo ignorare una crisi che si sta manifestando silenziosamente ma che ha il potere di cambiare il nostro futuro.