Verso la Cop29: è urgente un approccio globale per affrontare crisi climatiche e biodiversità
2024-11-10
Autore: Luca
L'emergenza climatica richiede necessariamente una visione globale e inclusiva per garantire che il progresso non generi disparità tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. Questa è l'affermazione di Roberto Danovaro, esperto di Ecologia all'Università Politecnica delle Marche e presidente della Fondazione Patto con il mare per la Terra. Mentre ci prepariamo per la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop29 che si terrà a Baku (Azerbaigian) dall'11 al 22 novembre, Danovaro sottolinea come i divari tra nazioni continuino ad aumentare.
Secondo Danovaro, è fondamentale sviluppare misure efficaci per affrontare questo crescente squilibrio. Negli ultimi decenni, i Paesi sviluppati hanno prosperato sfruttando intensamente le risorse naturali, godendo di un benessere crescente, ma oggi ci troviamo ad affrontare le conseguenze irrevocabili di quell'approccio. Non possiamo pretendere che i Paesi in via di sviluppo rinuncino al loro progresso senza supporto; è essenziale fornire supporto finanziario e tecnico affinché possano crescere in modo sostenibile.
Mentre molte nazioni del mondo occidentale hanno iniziato ad adottare pratiche più verdi, è importante ricordare che spesso questo porta a un consumo sproporzionato delle risorse naturali di altre nazioni. Ad esempio, sebbene in Italia e negli Stati Uniti si registri un incremento di foreste, il costo ambientale viene spesso scaricato su popolazioni e territori meno fortunati.
La situazione è in continua evoluzione: se inizialmente si era fissato l’obiettivo di proteggere il 20% della biodiversità terrestre entro il 2020, oggi si mira a raggiungere il 30%. Tuttavia, Danovaro avverte che, nonostante questi traguardi, è necessario un impegno costante e crescente per proteggere l'intero ecosistema terrestre.
Il legame tra cambiamenti climatici, biodiversità e salute umana è innegabile. È fondamentale riflettere su come eventi estremi come le ondate di calore e le alluvioni, come quella recente a Valencia, possano avere ripercussioni dirette sulla salute globale. Questa visione olistica è carente nel dibattito attuale; non basta considerare solo il cambiamento climatico o la biodiversità, dobbiamo affrontare la questione integrando tutti questi aspetti.
Inoltre, l'impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione alimentare e le migrazioni forzate potrebbe generare una crisi senza precedenti in tutto il mondo. Questi rischi interconnessi richiedono un superamento degli steccati ideologici, poiché la questione climatica non è solo una sfida politica, ma un problema reale che affligge miliardi di persone in diverse parti del pianeta.
Il futuro del nostro pianeta, inclusi gli ecosistemi e la qualità della vita delle popolazioni più vulnerabili, dipende dalla capacità di agire congiuntamente e proattivamente. L'attenzione a queste dinamiche è cruciale, non solo in vista della Cop29, ma per le generazioni future. Non possiamo permetterci di girarci dall'altra parte mentre la Terra affronta la sua crisi più grave.