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Ucraina: Perché la tregua non è ancora cominciata? Trump e la strategia di Putin: «Mosca sta guadagnando tempo»

2025-03-28

Autore: Maria

Il presidente americano, Donald Trump, ha usato un'espressione chiara per descrivere la situazione attuale: «Dragging his feet». Questa frase, spesso utilizzata negli affari, illustra la strategia di Mosca nel ritardare i negoziati per la tregua. In particolare, la Russia sta aumentando le sue richieste relative all'accordo sul Mar Nero e alla cessazione degli attacchi in quest'area, il che consentirebbe la navigazione sicura per le navi commerciali, in particolare quelle cariche di grano. Traduco liberamente: il Cremlino sta cercando di "guadagnare tempo" per ottenere condizioni più favorevoli.

La Tattica Negoziale

Trump ha spiegato di utilizzare questa tattica nelle sue negoziazioni immobiliari: "Se non vuoi firmare un contratto, ma vuoi rimanere in gioco, fai così". Putin, a suo modo, sta cercando di massimizzare i guadagni. Il portavoce del Cremlino, Dmytro Peskov, ha chiarito che l'iniziativa sul grano del Mar Nero potrà essere attuata solo se saranno soddisfatte certe condizioni, tra cui la revoca delle sanzioni e la possibilità per la Russia di tornare a vendere prodotti agricoli e fertilizzanti sui mercati internazionali. Inoltre, le sanzioni contro Rosselkhozbank e altre istituzioni finanziarie devono essere rimosse.

Nonostante gli annunci e le dichiarazioni, il percorso verso una tregua rimane ancora molto limitato. Marco Rubio, segretario di Stato USA, ha avvertito che raggiungere un accordo di pace richiederà tempo, ma ha espresso ottimismo: "Siamo sulla buona strada". Tuttavia, la Russia continua a bombardare obiettivi civili, recenti attacchi a Kharkiv hanno causato decine di feriti, compresi bambini. Mosca ha accusato Kiev di violare il cessate il fuoco per le installazioni energetiche, mentre l'esercito ucraino ha controbattuto affermando di non aver attaccato impianti energetici russi.

I Recenti Sviluppi

Dal 18 marzo, l'Ucraina ha riportato otto attacchi confermati contro i suoi impianti energetici da parte delle forze russe, e un attacco a Sumy il 24 marzo ha provocato oltre cento feriti. Le recenti trattative in Arabia Saudita hanno dato segnali di un possibile progresso, anche se una cessazione generale delle ostilità sembra ancora lontana. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha messo in guardia contro la possibilità di essere ingannati da Putin, sottolineando che non è possibile avere un dialogo collegato a concessioni continue.

Messaggi dalla NATO

Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha avvertito Putin contro l'idea di aggredire la Polonia o qualsiasi altro alleato, promettendo una risposta devastante. Ha dichiarato che la Russia rappresenta la minaccia principale per l'Alleanza e ha sottolineato l'importanza di un'unità tra gli alleati: "Non è il momento di agire da soli, né per l'Europa né per il Nord America".

In questo contesto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è giunto a Parigi per un vertice con Macron, il quale ha descritto l'aggressività russa come una minaccia diretta alla sicurezza europea. Macron ha proposto un cessate il fuoco di 30 giorni senza precondizioni e ha promesso nuovi aiuti all'Ucraina, inclusi armamenti e munizioni.

La Richiesta di Aiuto

Zelensky ha insistito sulla necessità di un supporto militare serio dall'Europa, affermando che l'Ucraina ha bisogno di truppe pronte a combattere, e non solo di peacekeeper. Ha messo in evidenza che la preparazione e l'equipaggiamento delle forze sono cruciali per la sicurezza europea.

Nonostante l'incertezza, ci sono anche segnali positivi riguardo all'accordo sul grano e alla navigazione nel Mar Nero. Il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha definito questi sviluppi come significativi per garantire la sicurezza alimentare globale e sottolineato l'importanza delle rotte commerciali dall'Ucraina e dalla Russia verso i mercati mondiali.

In un mondo sempre più instabile, è chiaro che la questione della pace in Ucraina rimane complessa e articolata, con interessi geopolitici che complicano ulteriormente la situazione.