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Ucraina: Cavo Dragone avverte: 'L'esercito europeo non è una soluzione. La guerra danneggia tutti, incluso il Cremlino'

2025-03-14

Autore: Alessandra

La situazione in Ucraina si fa sempre più complessa. Recentemente, presso il quartier generale della Nato a Bruxelles, si è respirato un clima di tensione che sembrava sul punto di esplodere. Solo giovedì scorso, durante una conversazione tra Donald Trump e Mark Rutte, si è registrata una certa distensione nelle relazioni tra l'alleanza atlantica e gli Stati Uniti, ma il futuro rimane incerto.

Nell’ultimo G7, è emerso che ulteriori sanzioni alla Russia verranno imposte se non accetterà una tregua. Questa posizione sembra riflettere l'urgenza di mettere fine a un conflitto che ha già portato a innumerevoli perdite. La comunicazione fra i leader mondiali è cruciale in questi frangenti; una crisi di fiducia simile non si era mai vista dai tempi della Guerra Fredda.

Il presidente del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio italiano Giuseppe Cavo Dragone, ha espresso un cauto ottimismo riguardo a una possibile tregua. Le trattative diplomatiche stanno guadagnando slancio, e le speranze sono riposte nel potere negoziale degli Stati Uniti che potrebbe portare a un cessate il fuoco immediato.

"La guerra è un pessimo affare per tutti," ha affermato Cavo Dragone, evidenziando le enormi perdite che la Russia sta subendo, non solo in termini di vite umane, ma anche in equipaggiamenti e infrastrutture. Inoltre, l’impatto economico delle sanzioni sta avendo un peso insostenibile sulla Russia, che si trova ora nella necessità di stabilire alleanze strategiche con paesi come l'Iran, la Corea del Nord e la Cina.

L'ammiraglio ha fatto anche notare che esiste un rischio di frattura all'interno della Nato a causa delle iniziative unilaterali degli Stati Uniti. Tuttavia, ha rassicurato che non vede un imminente collasso dell'unità dell'alleanza, sottolineando i vasti aiuti militari già forniti ai paesi alleati, che ammontano a oltre 100 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina.

Per quanto riguarda la questione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato, Cavo Dragone ha affermato che questa possibilità sembra essere tramontata. Invece, l’attenzione si sposta sulle garanzie di sicurezza da fornire a Kiev, che, secondo lui, dovrebbero comprendere un forte supporto militare indiretto e un accordo di pace solido e duraturo.

Un altro tema caldo è la proposta di una missione di interposizione internazionale. L'ammiraglio ha dichiarato che questo è un passo possibile, ma solo se supportato da condizioni chiare, come un cessate il fuoco efficace e un mandato internazionale robusto sotto l'egida delle Nazioni Unite. Nonostante la complessità della pianificazione militare, l'Europa deve dimostrare maggiore determinazione per garantire la propria sicurezza.

A livello europeo, si sta assistendo a una crescente consapevolezza circa la necessità di investire di più nella difesa. Si stima che la Commissione Europea stia pianificando l'allocazione di circa 800 miliardi per ristrutturare il settore della difesa. Questa spinta non è solo cruciale per rafforzare le capacità militari, ma anche per affrontare le carenze tecnologiche nelle forze armate europee.

In conclusione, Cavo Dragone ha messo in evidenza l'importanza di cooperazioni più strette nella costruzione di sistemi d’arma e sta incoraggiando i paesi europei a superare le divisioni esistenti nelle capacità militari. La sicurezza del vecchio continente dipende dall’unità e dalla prontezza a dopo questa crisi, affinché l’Europa possa davvero affrontare le sfide future con determinazione e resilienza.