
Uccide il vicino con un bilanciere da palestra: la Cassazione conferma la condanna a 23 anni
2025-03-26
Autore: Marco
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da Edi Zegarac, 54 anni, confermando la condanna a 23 anni di reclusione per l'omicidio del 50enne Nicola Donadio, avvenuto il 12 gennaio 2022. Inizialmente, Zegarac era stato condannato a 15 anni e 4 mesi di carcere, ma il pubblico ministero e le parti civili, costituiti dalle quattro figlie e dalla moglie di Donadio, hanno impugnato la sentenza chiedendo un inasprimento della pena.
In appello, i giudici hanno riconosciuto l'aggravante dei futili motivi e hanno aumentato la pena.
L'omicidio si è verificato in un contesto di conflitto tra i due uomini, entrambi residenti in moduli abitativi forniti dal Comune di Misano. Zegarac soffriva già di problemi di salute mentale e in passato aveva avuto litigi con Donadio, che lo aveva denunciato per lesioni. Il giorno dell'omicidio, Zegarac ha atteso Donadio al suo ritorno a casa per cercare di convincerlo a ritirare la querela.
Tuttavia, la situazione è degenerata: Zegarac ha aggredito Donadio con un manubrio di ferro da palestra, colpendolo ripetutamente alla testa. I vicini, allarmati dalle urla, hanno chiamato i carabinieri. Quando le forze dell'ordine sono arrivate, Donadio era ancora vivo e ha potuto indicare l'aggressore. Malgrado i tentativi di rianimarlo, è morto poco dopo.
Zegarac, descritto come un uomo pacifico e colto, ha rivelato di non comprendere come fosse arrivato a compiere tale violenza, affermando di non ricordare nulla dopo l'aggressione.
Questo tragico evento non solo ha scosso la comunità di Misano, ma ha sollevato anche questioni più ampie sulla salute mentale e sull'emarginazione sociale. L’incidente ha evidenziato come le tensioni tra vicini possano trasformarsi in episodi di violenza devastanti, sottolineando la necessità di interventi sociali più efficaci per prevenire simili tragedie.