Salute

Tumore del polmone: l'immunoterapia si fa più veloce e può ridurre i tempi a soli 7 minuti!

2025-01-02

Autore: Francesco

Un'importante novità nel campo della lotta contro il tumore al polmone è rappresentata dall'avanzamento dell'immunoterapia, un trattamento in grado di potenziare le difese naturali del corpo contro le cellule tumorali. Questo approccio sta guadagnando sempre più rilevanza, affiancandosi a quelli tradizionali, ma è fondamentale ricordare che non è adatto per tutti i pazienti o per tutti i tipi di tumore. È essenziale consultare un oncologo esperto per determinare il protocollo terapeutico più appropriato.

Recentemente, è stato sviluppato un metodo di somministrazione dell'immunoterapia che consente di eseguire un'iniezione sottocutanea in soli 4-8 minuti, rispetto ai 30-60 minuti necessari per la somministrazione endovenosa, che può risultare scomoda e lunga. Il farmaco utilizzato, l'atezolizumab, è un anticorpo monoclonale, fondamentale nel trattamento del carcinoma polmonare e di altre forme tumorali.

Tipi di tumore polmonare

I tumori polmonari si suddividono principalmente in due categorie: il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), che rappresenta l'85-90% dei casi, e il carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC), più raro ma più aggressivo. La diagnosi e il trattamento possono variare considerevolmente in base al tipo specifico e allo stadio del tumore.

La stadiazione è cruciale: nel primo stadio, il tumore è ancora localizzato; negli stadi successivi, può diffondersi ai linfonodi e dare origine a metastasi. Fortunatamente, le nuove tecnologie di sequenziamento del DNA hanno permesso di identificare specifiche alterazioni molecolari, creando possibilità per trattamenti mirati sempre più efficaci.

Vantaggi dell'immunoterapia "fast"

Addentrandosi nell'uso clinico dell'atezolizumab, esso viene impiegato in vari contesti, come l'immunoterapia di prima linea per i malati di SCLC avanzato e nei casi di NSCLC con alta espressione del PD-L1. La nuova somministrazione sottocutanea non solo semplifica la vita al paziente, ma rende anche il processo più efficiente per il sistema sanitario, con un miglioramento della gestione delle risorse.

Studi clinici recenti hanno dimostrato che il 71% dei pazienti preferisce l'iniezione sottocutanea perché la considera più confortevole e meno invasiva. Anche le strutture sanitarie possono beneficiare di questa modalità, potendo trattare un numero maggiore di pazienti in tempi migliori.

Lotta contro il tumore del fegato

Non solo i polmoni: questa formulazione di immunoterapia si applica anche al tumore epatocellulare, il quale, in Europa, è il nono per incidenza. In Italia, oltre 33.000 persone vivono con questa patologia, che richiede un approccio multidisciplinare. La disponibilità di nuove terapie ha rivoluzionato il trattamento dell’epatocarcinoma, creando aspettative di successo che fino a poco tempo fa sembravano impossibili.