Salute

Tumore al colon: il professor Roberto Persiani avverte: «Crescita allarmante tra gli under 50»

2025-03-13

Autore: Sofia

Negli ultimi anni, i dati sulle diagnosi di tumore al colon-retto hanno mostrato un cambiamento preoccupante: un numero crescente di pazienti ha meno di 50 anni, con casi recenti che riguardano anche donne e uomini di soli 35 anni. Questo fenomeno si sta diffondendo in tutta Europa, spingendo le autorità sanitarie a lanciare campagne di sensibilizzazione. A marzo, l'Unione Europea ha dedicato un intero mese all'aumento di questa malattia tra i giovani. EuropaColon Italia ha avviato la campagna "Se ti informi, lo sai" in occasione dell’European Colorectal Cancer Awareness Month.

In Italia, il tumore al colon è la seconda forma di cancro più comune, dopo quello al seno, colpendo ogni anno oltre 50.000 persone. Il professor Roberto Persiani, esperto di chirurgia oncologica al Policlinico Gemelli di Roma, sottolinea: «La malattia è sempre più diffusa, ma è curabile. Tuttavia, la vergogna e la paura rendono difficile l'accesso agli esami preventivi, come il test del sangue occulto nelle feci e la colonscopia. Troppi pazienti giovani trascurano i segnali di allerta».

La crescita dei casi tra i giovani è legata a una trasformazione nelle abitudini alimentari e nello stile di vita. «L’epidemia di obesità, il consumo eccessivo di alcol e una prestazione disattenta della propria alimentazione giocano un ruolo chiave nell’insorgenza di questa neoplasia», spiega il professor Persiani.

Mentre la consapevolezza sul tumore al seno ha portato a significativi miglioramenti nel riconoscimento dei fattori di rischio e degli screening, per il colon la situazione è diversa. «La mancanza di informazione e la paura di sottoporti agli esami portano negli ospedali un numero crescente di pazienti giovani», aggiunge.

La prevenzione è fondamentale. Il professor Persiani consiglia di eseguire un semplice test delle feci ogni due anni, mentre la colonscopia dovrebbe essere effettuata solo in caso di esiti positivi. È importante monitorare eventuali casi in famiglia e non ignorare i segnali che il corpo ci invia.

I segnali di allerta includono irregolarità intestinali, sanguinamento, anemia e dolori addominali frequenti. Molti si chiedono anche riguardo alla carne rossa: «La prevenzione inizia a tavola. È importante limitare certi alimenti – come carne rossa, carne lavorata, zuccheri e alcol – piuttosto che eliminarli completamente. Gli screening sono attualmente raccomandati a partire dai 50 anni, ma considerando l’aumento dei casi tra i giovani, potrebbe essere necessario abbassare questa soglia».

In un momento in cui la consapevolezza e la salute potrebbero fare la differenza, è essenziale che ognuno di noi si informi e agisca per proteggere il proprio benessere, combattendo sia il cancro al colon che le cattive abitudini alimentari che lo alimentano. Non aspettiamo che sia troppo tardi!