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Trump e Putin: La Sorgente di Controversie e il Piano da 100 Giorni per la Pace in Ucraina

2025-01-12

Autore: Sofia

In un'epoca di tensioni globali, l'ex presidente Donald Trump ha dichiarato, durante la sua campagna elettorale, di poter "porre fine alla guerra in Ucraina in un giorno". Tuttavia, dopo essere stato eletto, questa promessa ambiziosa ha subito un ridimensionamento. Durante una recente conferenza stampa a Mar-a-Lago, Trump ha menzionato che potrebbero essere necessari "sei mesi" per raggiungere un accordo di pace, ma ha anche espresso la speranza che il processo richieda "molto meno".

A rafforzare le sue affermazioni, il generale in pensione Keith Kellogg, nominato inviato speciale per l'Ucraina, ha condiviso la sua visione ottimistica della situazione. In un'intervista a Fox News, ha suggerito che una "soluzione solida e sostenibile" potrebbe arrivare in "100 giorni", esprimendo grande fiducia nelle abilità diplomatiche di Trump. Kellogg ha ribadito che l'obiettivo del nuovo presidente sarà quello di "salvare l'Ucraina e la sua sovranità" senza però cedere a Putin o ai russi.

Tuttavia, le affermazioni di Trump si dimostrano più ambigue rispetto a quelle del suo inviato. Mentre ha criticato l'inizio del conflitto, ha anche accettato la posizione di Mosca secondo la quale l'Ucraina non dovrebbe entrare nella NATO. A tal proposito, Trump ha espresso rammarico per non essersi incontrato con Putin prima di assumere ufficialmente l'incarico, ma ha confermato che un incontro è in fase di pianificazione.

Dmitry Peskov, il portavoce di Putin, ha aperto a un incontro "senza condizioni", ma rimane incerto se vi siano stati recenti contatti tra i due leader. Una notizia di un colloquio telefonico tra Trump e Putin, emersa dalla stampa americana, è stata contestata da Mosca. Notizie recenti rivelano che Trump ha mantenuto contatti con ex agenti del KGB anche dopo la sua sconfitta elettorale nel 2020, un fatto che potrebbe destare preoccupazioni riguardo a potenziali conflitti di interesse.

Ma la fretta di Trump di risolvere la crisi potrebbe giocargli brutti scherzi, avverte l'editorialista del Washington Post, Josh Rogin. Secondo il suo parere, Trump potrebbe cascare nella "trappola" del Cremlino, che mira a utilizzare i negoziati come un modo per guadagnare tempo mentre continua la sua aggressione. La strategia di Putin, sostiene Rogin, è quella di ottenere il dominio piuttosto che la pace.

Per il Washington Post, l'istinto commerciale di Trump potrebbe rivelarsi utile nel corso dei negoziati, ma solo se riconosce l'affidabilità limitata della controparte. Gli eventi storici suggeriscono che i suoi predecessori hanno pagato un prezzo alto per tentativi di riavvicinamento con la Russia; Obama ha visto il suo tentativo di "reset" fallire con l'annessione della Crimea, mentre Biden ha affrontato una scala d'invasione inaspettata.

La frustrazione del quotidiano è palpabile, poiché teme che eventuali concessioni iniziali da parte di Trump possano portare a risultati disastrosi. Suggerisce quindi un aumento degli aiuti militari all'Ucraina, sanzioni più severe e un rafforzamento della presenza NATO nell'Europa orientale per rendere più alto il costo dell'aggressione russa. In definitiva, il Washington Post conclude che i 100 giorni previsti da Trump per risolvere il conflitto potrebbero non essere affatto sufficienti. Il team di Trump potrebbe non accogliere con favore questo allarmante avvertimento, considerata la sua ambizione di stabilire la pace rapidamente.