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Trump e il diritto alla cittadinanza: la battaglia continua negli Stati Uniti

2025-01-22

Autore: Maria

La controversia sul 'birthright citizenship' sta infiammando il dibattito politico negli Stati Uniti. Almeno 22 Stati a guida democratica, insieme a città come Washington D.C. e San Francisco, hanno presentato ricorsi contro l'ordine esecutivo di Donald Trump, che punta a porre fine al diritto di cittadinanza per i figli di immigrati senza documenti nati negli Stati Uniti. Questo diritto, che è parte della Costituzione americana da oltre 150 anni, è visto come una pietra miliare della società statunitense.

In particolare, l'American Civil Liberties Union (ACLU) ha descritto l'ordine esecutivo come incostituzionale, sottolineando che negare la cittadinanza a neonati rappresenta non solo una violazione dei principi fondanti americani ma anche un atto crudele nei confronti delle future generazioni.

Anthony Romero, direttore esecutivo dell'ACLU, ha affermato che "non lasceremo che quest'attacco a neonati e alle future generazioni di americani rimanga senza risposta". Ha anche sottolineato che il 14esimo emendamento, ratificato nel 1868, stabilisce chiaramente che "tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti sono cittadini".

Nonostante le affermazioni di Trump che l'interpretazione della cittadinanza dovrà cambiare, il suo staff ha riconosciuto che l'ordine potrebbe creare gravi problemi legali. Infatti, l'amministrazione si sta preparando a un duro confronto legale, mentre Trump e il segretario ad interim alla Sicurezza interna, Benjamin Huffman, continuano a giustificare la loro politica come necessaria per combattere l'immigrazione irregolare.

Huffman ha anche annunciato un cambio di direzione per le operazioni di controllo dell'immigrazione, segnalando che il governo intende condurre retate in scuole e chiese, dove prima si era deciso di evitare interventi per rispettare le cosiddette "aree sensibili". Questa manovra ha generato preoccupazioni tra i gruppi di diritti civili, che temono impatti devastanti sulle comunità vulnerabili.

Nel frattempo, anche Elon Musk è finito nel mirino di ricorsi legali, che sostengono che sia il suo nuovo Dipartimento per l'Efficienza Governativa (Doge) a violare leggi federali. Tre diversi ricorsi sono stati presentati contro questa istituzione appena formata, accusando Musk e altre figure di leadership di non rispettare le normative riguardanti la trasparenza e l'equilibrio nei comitati consultivi.

Critiche sono state mosse anche sulla composizione del Doge, che sembra rappresentare un'unica prospettiva ideologica, ossia quella della riduzione drastica dei costi governativi, sollevando preoccupazioni per i potenziali impatti sui servizi pubblici e le comunità vulnerabili. Questi sviluppi si aggiungono a una crescente tensione sulla governance e i valori fondamentali americani, con la lotta per i diritti di cittadinanza al centro della scena politica.