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Trump e Harris: la battaglia finale per la Casa Bianca

2024-11-03

Autore: Marco

Kamala Harris e Donald Trump sono nel bel mezzo di una campagna frenetica negli stati chiave degli Stati Uniti, a meno di 48 ore dalle elezioni presidenziali del 5 novembre, uno scontro che si preannuncia serrato e cruciale per il futuro del Paese.

La Pennsylvania è diventata un tabellone di varo per entrambi i candidati: "Il destino della nostra nazione è nelle vostre mani. Martedì dovete alzarvi in piedi", ha esortato Trump durante un comizio nel suo primo intervento di domenica. Con oltre 76 milioni di voti già espressi anticipatamente, il clima è elettrico, e la competizione è agguerrita nei sette stati decisivi: Pennsylvania, Georgia, North Carolina, Michigan, Arizona, Wisconsin e Nevada.

Ultimi sondaggi rivelano piccole ma significative variazioni in questi 'swing states'. Harris punta a consolidare il suo sostegno negli stati dei Grandi Laghi, fondamentali per ogni candidato democratico. D’altra parte, Trump si sta concentrando in particolare sulla Pennsylvania, la Carolina del Nord e la Georgia, che rappresentano le principali preoccupazioni nel contesto del 'Collegio Elettorale'.

Il New York Times, in una recente indagine, ha mostrato che Harris è in vantaggio in Nevada, North Carolina e Wisconsin, mentre Trump tiene il comando in Arizona. In Michigan, Georgia e Pennsylvania, i due candidati sono praticamente in parità. Tuttavia, in Pennsylvania, Trump sta recuperando terreno su Harris, rinfocolando la competizione in quello che potrebbe essere il seggio determinante.

In ogni suo intervento, Trump non perde l'occasione di rinfocolare le accuse di brogli elettorali, richiamando l'attenzione su eventi del 2020: "Non avrei dovuto lasciare la Casa Bianca", ha affermato, cavalcando l’onda delle polemiche, parlando di irregolarità. "Stanno lottando duramente per rubare questa dannata cosa", ha insistito, attirando l’attenzione sui timori dei suoi sostenitori.

In Pennsylvania, in particolare, i Repubblicani sono preoccupati per la reazione della grande comunità portoricana, dopo che un oratore ha descritto il territorio statunitense come "un'isola galleggiante di spazzatura", generando proteste.

Lo stesso discorso vale per il Michigan, dove Harris si trova a dover affrontare il diminuito sostegno da parte della comunità arabo-americana, particolarmente delusa dalla gestione della guerra tra Israele e Hamas. I sondaggi mostrano un’erosione del supporto tra gli elettori afroamericani, una questione su cui i team di Harris sono urgentemente concentrati, consapevoli di dover rimodellare le alleanze per replicare il successo del 2020.

Le indagini sui sondaggi continuano a dipingere un quadro variegato. In Iowa, dove i Democratici non hanno trionfato dal 2012, Harris è avanti di tre punti, mentre in Pennsylvania, il New York Times/Siena College attesta una parità tra i due candidati, entrambi al 47%. In Georgia, Harris si trova leggermente in vantaggio, mentre in Michigan la situazione di equilibrio continua a persistere.

Vale la pena notare che i sondaggi a livello nazionale di Abc News/Ipsos rivelano che Harris ha un leggero vantaggio su Trump con il 49% contro il 46%. Tuttavia, c'è un senso di insoddisfazione diffusa tra gli elettori, con il 60% che si dichiara almeno parzialmente insoddisfatto delle opzioni disponibili per questa elezione, e quasi tre quarti degli intervistati affermano che il Paese sta seguendo una strada sbagliata (74%). Il palcoscenico è allestito, e l’attenzione è rivolta al risultato finale di questa drammatica e controversa corsa presidenziale.