Nazionale

Trovato Smembrato in una Valigia: La Misteriosa Fine di Alessandro Coatti in Colombia

2025-04-09

Autore: Sofia

Un Mistero Terrificante

La tragica fine di Alessandro Coatti, biologo molecolare di 42 anni originario di Longastrino, ha scosso l'Italia e il mondo. Il suo corpo, smembrato e rinchiuso in una valigia, è stato scoperto in una zona boscosa nei pressi di Santa Marta, una popolare città costiera colombiana.

La Discesa nell'Incognito

Alessandro era arrivato a Santa Marta il 3 aprile per una breve vacanza. Aveva scelto un hotel nel centro storico, ma dalla sera del 4 aprile nessuno ha più visto o sentito nulla di lui. Testimoni affermano che il biologo aveva mostrato interesse per la fauna locale, chiedendo informazioni su Minca, un'area nota per la sua biodiversità.

Un Ritrovamento Sconvolgente

Le ricerche sono iniziate il giorno dopo la sua scomparsa, culminando in un ritrovamento macabro. Alcuni bambini hanno scoperto la valigia contenente i suoi resti su una strada nella zona di Bureche. La polizia ha identificato il corpo grazie a un braccialetto dell'ostello.

Una Caccia ai Responsabili

Il comandante della polizia di Santa Marta ha confermato che Coatti era un turista senza precedenti penali. Il sindaco, Carlos Pinedo Cuello, ha promesso una ricompensa di cinquanta milioni di pesos per chiunque forniscano informazioni utili per catturare i colpevoli, affermando che "questo crimine non rimarrà impunito".

Chi Era Alessandro Coatti?

Nato a Portomaggiore e cresciuto nel Ravennate, Coatti era un brillante scienziato. Dopo una laurea con lode all'Università Normale di Pisa, aveva lavorato nel Regno Unito e Germania, prima di dedicarsi a progetti di volontariato in Ecuador. Descritto dai colleghi come "intelligente, caloroso e divertente", la sua scomparsa ha suscitato profondo dolore tra chi lo conosceva.

Un Mondo in Difficoltà

Il triste destino di Alessandro Coatti solleva interrogativi su sicurezza e giustizia, soprattutto per chi, come lui, cerca solo di esplorare e conoscere il mondo. La sua storia rappresenta non solo una tragedia personale, ma anche una chiamata all'azione contro la violenza che colpisce i turisti in paesi stranieri.