
Trattato ONU sull'Alto Mare: Una Nuova Era per la Protezione degli Oceani
2025-09-21
Autore: Chiara
Il Trattato Storico: Cosa Cambia dal 2026
Finalmente, dopo oltre vent'anni di intense trattative, il trattato delle Nazioni Unite per la protezione dell'alto mare farà il suo ingresso ufficiale il 17 gennaio 2026. Questa pietra miliare è stata raggiunta grazie all'impegno del Marocco e della Sierra Leone, che hanno ratificato l'accordo, superando così il necessario quorum di 60 Paesi per renderlo legalmente vincolante. Mentre il testo era già stato approvato nel 2023, l'efficacia di questo accordo multilateralista dipendeva dalla volontà dei vari Stati di sostenerlo. Ora, con il countdown di 120 giorni avviato, le promesse di questo trattato cominceranno a tradursi in azioni concrete.
Perché L'Alto Mare è Cruciale per il Futuro dei Nostri Oceani
L'alto mare rappresenta oltre il 66% degli oceani del pianeta e si estende ben oltre le giurisdizioni nazionali, diventando così una sorta di 'terra di nessuno'. Questo ha portato a uno sfruttamento indiscriminato delle sue risorse, con conseguenze devastanti: pesca eccessiva, inquinamento e i drammatici effetti del cambiamento climatico stanno minacciando la vita marina. Secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, il 10% delle specie marine è a rischio estinzione, mentre solo l'1% delle acque internazionali è attualmente protetto.
Obiettivi Ambiziosi del Trattato: Il Futuro degli Oceani a Rischio?
Il nuovo accordo si pone l'obiettivo di proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030, creando nuove Aree Marine Protette anche in acque internazionali. Queste aree saranno esentate da attività distruttive come l'estrazione mineraria in fondo al mare e la pesca indiscriminata. Ma non finisce qui: il trattato impronta anche la gestione delle aree protette, consentendo ai Paesi firmatari di proporre ed approvare le zone da salvaguardare.
Chi Ha Firmato? Ecco i Paesi Coinvolti (e le Assenze Preoccupanti)
Tra i firmatari figurano l'Unione Europea e alcune delle sue nazioni, inclusi Francia, Belgio e Grecia, insieme a stati extraeuropei come Norvegia, Corea del Sud e Cile. Tuttavia, mancano nazioni influenti come Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone e Italia, la cui assenza riduce notevolmente l'impatto globale del trattato.
Governance e Controllo: Il Lato Delicato del Trattato
Una delle questioni più delicate del trattato riguarda la governance. Ogni Paese sarà responsabile della valutazione dell'impatto ambientale delle proprie attività nell'alto mare, con altri Stati che potranno sollevare obiezioni. Questo metodo richiede però una trasparenza totale e un monitoraggio indipendente, affinché non si creino scappatoie. Senza un'autorità sovranazionale forte, il rischio è che attività dannose continuino indisturbate se non saranno affiancate da un impegno genuino e controlli rigorosi.
Un Simbolo di Speranza e Collaborazione
Il trattato sull'alto mare rappresenta non solo un passo significativo verso la salvaguardia dei nostri oceani, ma anche un simbolo di cooperazione internazionale. È un appello a tutti i Paesi per unirsi nella lotta contro la crisi climatica e per garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire. Non possiamo permetterci di fallire in questo intento.