
Tragedia in sala operatoria: La morte di Simonetta Kalfus e il chirurgo Carlo Bravi sotto accusa
2025-03-24
Autore: Maria
Il caso di Simonetta Kalfus, 62enne scomparsa tragicamente lo scorso 18 marzo all’ospedale Grassi di Ostia, ha scosso l’opinione pubblica e sollevato numerosi interrogativi sul mondo della chirurgia estetica. Simonetta è deceduta dodici giorni dopo aver subìto un intervento di liposuzione in uno studio privato a Cinecittà.
Il chirurgo Carlo Bravi, 73 anni, è attualmente indagato per la sua coinvolgimento nell'intervento fatale. Nei suoi confronti, non è nuova l'ombra della controversia: già nel 2024, era stato condannato per lesioni colpose a seguito di un lifting al seno andato male, nel quale la paziente, Pamela Maggi, aveva subito gravi complicazioni. La condanna prevedeva un anno di reclusione, pena sospesa, ma anche un risarcimento di 5.000 euro alla vittima.
Nel caso di Pamela Maggi, gli investigatori hanno rilevato che Bravi aveva eseguito un intervento non conforme alle pratiche standard, portando a un'emorragia severa e a una serie di ulteriori operazioni correttive. "Oggi sono piena di cicatrici e il mio seno non è più come prima," ha dichiarato la Maggi, mostrando la gravità degli impatti derivanti da un intervento mal gestito.
La famiglia di Simonetta Kalfus punta il dito contro il chirurgo, affermando che l'operazione non fosse necessaria. La figlia ha accusato anche l'anestesista, Francesco Iandimarino, descritto come un amico della madre, di averla indirizzata nello studio dove è avvenuta la tragedia.
L'inchiesta, condotta dai carabinieri di Ardea e guidata dalla procuratrice Chiara Capezzuto, si concentra sull'autorizzazione dello studio medico in cui è avvenuto l'intervento. Gli inquirenti dovranno chiarire se tutte le pratiche siano state seguite a norma e se l'intervento fosse autorizzato e sicuro.
Tre giorni fa, è stata eseguita l'autopsia sul corpo di Simonetta, affidata al medico legale Saverio Potenza del Policlinico Tor Vergata. È cruciale stabilire quando e come sia insorta l'infezione che ha portato al decesso; l'ipotesi di un'embolia, frequente in operazioni di questo tipo, è attualmente in fase di verifica. Già nei prossimi giorni, saranno analizzate le cartelle cliniche di Simonetta, partendo dall’intervento fino all'ingresso all'ospedale di Pomezia.
Questo tragico episodio solleva domande inquietanti sulla sicurezza degli interventi di chirurgia estetica in Italia e sulla supervisione delle strutture private, rivelando la necessità di una maggiore vigilanza e regolamentazione nel settore della medicina estetica.