
Terre rare: l’Italia pronta a sfidare la Cina nella battaglia per le risorse
2025-03-31
Autore: Marco
In un capannone a Ceccano, alle porte di Frosinone, un braccio meccanico si prepara a disassemblare un cumulo di hard disk e batterie elettriche. Qui, grazie all'innovativo impianto pilota New-Re, l'Italia si fa strada nel complesso mondo del recupero delle terre rare, risorse fondamentali per la transizione ecologica e la moderna tecnologia. Questi elementi, spesso invisibili ma cruciali per la produzione di smartphone, veicoli elettrici e sistemi di difesa, sono attualmente estratti in misura del 70% dalla Cina, ma il progetto New-Re mira a invertire questa tendenza.
Itelyum, l'azienda a capo di questo impianto, ha fatto del riciclo la propria missione, dedicandosi per oltre sessant'anni al recupero di oli industriali esausti. Ora, con una nuova ambiziosa iniziativa, prevede di recuperare le terre rare dai rifiuti elettronici, un settore che potrebbe decuplicare nei prossimi anni. "Il nostro processo di riciclo è chimico e brevettato – spiega Jacopo Jirillo, direttore dello stabilimento – e ci permette di estrarre metalli preziosi in modo sicuro e sostenibile".
L'operazione inizia con i magneti permanenti usati nei componenti elettronici, sottoposti a un processo di smagnetizzazione a temperature elevate. La chimica svolge un ruolo fondamentale, trasformando la polvere in una soluzione composta dai metalli desiderati. Queste innovazioni non solo minimizzano l'impatto ambientale, ma offrono anche nuove opportunità di mercato, poiché i materiali recuperati possono essere riutilizzati per produrre nuovi magneti, riducendo così la necessità di estrazione primaria.
Attualmente, l'impianto ha una capacità di lavorazione di 20.000 chili di rifiuti elettronici all'anno, con l'obiettivo di diventare uno stabilimento industriale entro la primavera del 2027, incrementando la capacità a 32.000 tonnellate. Nonostante questa espansione ambiziosa, la quantità trattata rimarrebbe solo una frazione dei rifiuti elettronici generati in Italia, che ammontano a circa 320.000 tonnellate annuali.
L'iniziativa ha ricevuto supporto anche da importanti consortium specializzati nella raccolta e gestione dei rifiuti, come Erion, e si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso l'economia circolare. Con una rete di oltre trenta società e sedi operative in diversi paesi europei, Itelyum si sta posizionando come leader non solo nel recupero di oli esausti, ma ora anche nella sfida per il recupero delle terre rare.
"La nostra ambizione – conclude Jirillo – è di rendere l'Italia un leader nel settore delle terre rare, così come già lo è nel riciclo degli oli," guardando all'orizzonte di un futuro più sostenibile e indipendente dalle risorse straniere. L'innovazione e il rispetto per l'ambiente vanno di pari passo in questo ambizioso progetto che pone il nostro paese in prima linea nella battaglia per le risorse del futuro.