
Taglio dei tassi e guerra dei dazi: le chiavi per il futuro di Fed e BCE
2025-04-07
Autore: Maria
La guerra commerciale avviata dall'ex presidente Trump sta trasformando radicalmente le aspettative di crescita economica a livello globale e influenzando le strategie delle banche centrali, in particolare della Federal Reserve (Fed) e della Banca Centrale Europea (BCE). Queste istituzioni potrebbero essere costrette a considerare tagli ai tassi d'interesse più frequenti o marcati, ma allo stesso tempo prendere decisioni più prudenti rispetto al loro approccio tradizionale.
Federal Reserve di fronte a sfide cruciali
La Federal Reserve si trova in una posizione delicata. Se non prenderà decisioni oculate, il rischio di un'inflazione incontrollata o addirittura di stagflazione – una combinazione allarmante di stagnazione economica e inflazione – potrebbe diventare qualche cosa di concreto. Questo scenario si riflette anche nel valore del dollaro, il quale ha visto una svalutazione significativa. Nonostante le richieste esplicite della Casa Bianca per nuovi tagli dei tassi come antidoto alla recessione, la Fed deve navigare attentamente in queste acque turbolente.
In precedenza, la Fed era orientata verso due tagli dei tassi entro la fine dell'anno, ma nuove evoluzioni sul fronte dei dazi portano a ottimismi taciuti da parte degli analisti. Se da un lato alcuni sostengono che i tassi rimarranno stabili, altri prevedono un intervento rapido e aggressive per evitare l'impatto recessivo, seguito da un graduale aumento dei tassi nel prossimo anno per domare l'inflazione.
I rendimenti obbligazionari in calo e la pressione sul dollaro a favore dell’euro sopra 1,10 USD sono già segnali di un possibile cambiamento nelle politiche monetarie.Vociferando informazioni da S&P, si prevede che la Fed rimarrà cauta fino a fine 2025, ma la possibilità di uno stimolo anticipato non è da escludere.
BCE: un'accelerazione verso i ribassi
Contrariamente alla Fed, la BCE sembra proseguire con una politica monetaria più aggressiva. Per contrastare l'apprezzamento dell’euro e per stimolare la competitività dell'export europeo, si prevede una continua riduzione dei tassi. Attualmente, l'euro si è ripreso al di sopra di 1,10 USD dai minimi di 1,01 dollari, e questo trend potrebbe spingere la BCE ad attuare tagli più sostanziali.
Le previsioni di Deutsche Bank indicano un impatto negativo dei dazi sul PIL dell'Eurozona di circa -0,4/-0,8% per gli anni a venire, con una crescita rivista a +0,25%/+0,5% per il 2025. Christine Lagarde ha già indicato che un possibile taglio potrebbe avvenire nell'aprile di quest'anno, con l'obiettivo di scendere al 2% entro la conclusione del 2023. Tuttavia, la situazione odierna potrebbe suggerire un intervento ancora prima.
Sguardo a Oriente: cosa farà la Cina?
Non da meno, anche la Cina prevede di attuare misure decise per svalutare lo yuan, sia tramite interventi diretti che attraverso politiche sui tassi d'interesse. Già alle prese con l’impatto delle sanzioni e dei dazi imposti, Pechino sta cercando modi per sostenere l'export, che è cruciale per la sua economia. In un contesto dove le valute di rifugio guadagnano terreno, gli investitori continuano a monitorare da vicino i segnali provenienti dalla Cina.
Con un panorama economico così incerto, è evidente che le prossime mosse di Fed e BCE saranno decisive non solo per le loro rispettive economie, ma anche per il corso dell'economia globale. Rimanete sintonizzati per ulteriori aggiornamenti sulle strategia monetarie!