Sabato scorso, l'esercito regolare sudanese ha effettuato un'operazione decisiva e ha preso il controllo della città di Wad Madani, situata nel sud-est del paese. Questa città, cruciale per la provincia di Gezira, era sotto l'influenza delle Forze di supporto rapido (RSF) dal dicembre 2023. La sua conquista rappresenta un potenziale punto di svolta nella guerra civile sanguinosa che imperversa in Sudan da quasi due anni.

Le ostilità, iniziate dopo il colpo di stato del 2021, hanno visto le forze armate sudanesi impegnate in una lotta accesa contro il gruppo paramilitare per il controllo del potere. Sebbene la maggior parte dei combattimenti si sia svolta nelle aree attorno alla capitale Khartum e nel Darfur, i recenti sviluppi suggeriscono che l'esercito regolare ha avviato una massiccia controffensiva, riuscendo a recuperare importanti posizioni nel processo.

Il conflitto ha provocato una catastrofica crisi umanitaria: oltre 60.000 persone hanno perso la vita e oltre 11 milioni sono state costrette a fuggire dalle loro abitazioni. Questo scenario drammatico ha portato molti dei circa 50 milioni di abitanti del Sudan a fare i conti con il rischio di carestia. Le organizzazioni umanitarie avvertono che le conseguenze potrebbero essere devastanti se la situazione non migliora a breve, rendendo cruciale la necessità di un'azione internazionale.

Cosa ci riserva il futuro? La lotta per il controllo del Sudan continua, e ciò che accade a Wad Madani potrà avere ripercussioni su tutto il paese. Saranno le Forze di supporto rapido pronte a reagire, o siamo di fronte a un cambiamento irreversibile nel panorama geopolitico del Sudan?