
Starmer: "La gente di Gaza non può morire di fame". Londra ferma i negoziati con Israele!
2025-05-20
Autore: Maria
La Striscia di Gaza in crisi: la denuncia di Starmer
"Non possiamo permettere che la popolazione di Gaza muoia di fame". È con queste parole che il premier britannico Keir Starmer ha aperto il dibattito alla Camera dei Comuni a Londra, esprimendo la sua profonda preoccupazione per l'intollerabile sofferenza della popolazione nella Striscia, aggravata dall'escalation dei bombardamenti israeliani.
Starmer ha criticato aspramente l'annuncio di Israele di permettere solo una minima quantità di cibo a Gaza, definendolo "totalmente inadeguato". La situazione deteriorata ha portato il governo britannico a convocare l'ambasciatore israeliano, un passo senza precedenti che riflette la crescente tensione nei rapporti tra Londra e Tel Aviv.
Sospesi i negoziati commerciali: è una mossa audace!
Oltre alla convocazione dell'ambasciatore, Londra ha deciso di sospendere i negoziati commerciali con Israele riguardo a un trattato di libero scambio post-Brexit. Un passo coraggioso che segna una netta frattura con una politica di alleanza per molti anni consolidata.
La risposta di Israele: un'accusa di antisemitismo
In risposta, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha accusato il governo britannico di avere un'ossessione antisraeliana, sostenendo che la sua decisione potrebbe danneggiare l'economia britannica. Ha anche ribadito che le pressioni esterne non fermeranno Israele nel suo cammino.
Un appello internazionale: Francia e Canada al fianco della Gran Bretagna
Oggi stesso, Starmer ha rilanciato anche la denuncia della nuova offensiva israeliana in un forte monito congiunto concordato con Francia e Canada. Nel documento, i tre leader si sono opposti all'espansione delle operazioni militari israeliane, evidenziando la situazione intollerabile per il popolo palestinese.
Hanno giudicato gli aiuti umanitari attualmente in corso come "del tutto inadeguati" e hanno chiesto a Israele di impegnarsi con le Nazioni Unite per garantire l'invio di aiuti nel rispetto del diritto umanitario.
Netanyahu contro le pressioni internazionali
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha risposto in maniera dura, affermando che le richieste dei leader di Londra, Ottawa e Parigi costituirebbero un enorme premio per l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Ha esortato invece i leader europei a seguire la visione del presidente Trump!
Netanyahu ha concluso promettendo che la guerra potrebbe finire immediatamente se gli ostaggi venissero rilasciati, Hamas deporre le armi e Gaza venisse smilitarizzata.
Un'onda di solidarietà globalizzata?
Questa situazione critica potrebbe rappresentare un punto di svolta nei rapporti internazionali, spingendo diversi paesi a unirsi per affrontare la crisi umanitaria in corso. Riusciranno i leader mondiali a trovare una soluzione diplomatica a questa emergenza? La comunità internazionale osserva.