Salute

Sprechi e Priorità Sbalorditive: Come la Sanità Rimane Sottofinanziata Mentre le Spese Militari Volano

2025-01-03

Autore: Maria

Sprechi e Priorità Sbalorditive: Come la Sanità Rimane Sottofinanziata Mentre le Spese Militari Volano

di Sara Gandini e Paolo Bartolini

Negli ultimi anni, la gestione della pandemia ha rivelato una crisi profonda nel nostro sistema sanitario, un sistema che già prima della crisi era in difficoltà a causa di un lungo periodo di tagli e politiche di austerità. Invece di affrontare le reali problematiche della salute pubblica, le classi dirigenti hanno scelto di aprire le porte al settore privato, permettendo a pochi di fare profitti enormi mentre la popolazione combatteva per accedere a cure essenziali.

I miliardi di euro tagliati al servizio sanitario negli ultimi quindici anni non sono stati reinvestiti, ma si sono invece trasformati in un aumento stratosferico delle spese militari, che sono arrivate a toccare 7,3 miliardi nel 2021. Questo aumento del 77% in cinque anni è un chiaro segnale di una priorità allarmante: mentre la salute dei cittadini viene messa da parte, il budget per le armi continua a crescere.

Questo scenario non è solo una questione di cattiva gestione; segnala un profondo cambiamento ideologico e sociale che vede i bisogni fondamentali dei cittadini svanire a favore di interessi più ristretti. Non sorprende che molti cittadini siano costretti a rivolgersi al settore privato per cure che dovrebbero essere garantite dallo stato. Situazioni pazzesche come aspettare anni per un semplice esame sono diventate la norma, lasciando spazio a una fetta sempre più vasta di popolazione che non ha altra scelta se non quella di pagare di tasca propria.

La pandemia ha acuito le disuguaglianze, costringendo milioni di persone a scegliersi tra cibo e spese mediche. Un adulto su sette nel Regno Unito e 2,6 milioni di bambini non avevano accesso a bisogni primari; un grido d’allarme che dimostra come in tempi di crisi il welfare venga sacrificato in nome di altre priorità, come le spese militari.

La salute pubblica continua a essere messa in secondo piano, e il deterioramento delle condizioni di vita colpisce più duramente i più vulnerabili, come i bambini. La povertà infantile è allarmante: un aumento del rischio di mortalità precoce per chi cresce in famiglie in difficoltà economica è un dato inaccettabile per la società attuale.

In questo contesto, i cittadini sono portati a sentirsi colpevoli per il crollo del sistema sanitario, viene loro ripetuto che il loro comportamento individuale è la causa dei problemi strutturali che affrontiamo. Tuttavia, le mancati investimenti nella salute pubblica e l’aumento delle spese militari non devono essere accettati come il nuovo normale.

La nostra società deve farsi sentire, chiedendo una ristrutturazione della spesa pubblica che metta al primo posto il benessere dei suoi cittadini, e non passeggeri interessi di profitto o ideologie obsolete. È giunto il momento di ribaltare la rotta e riconsiderare le priorità per un futuro in cui la salute, e non la guerra, sia al centro della nostra attenzione.