
SpaceX e la Dragon: Un Nuovo Inizio per la Stazione Spaziale Internazionale
2025-09-15
Autore: Maria
Un Volto Nuovo per la ISS
Sopra le nostre teste, una curiosa evoluzione ha avuto luogo: la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha guadagnato quota grazie a SpaceX. Non si tratta di un evento da prima pagina, ma sta segnando una tappa fondamentale nella storia di questo avamposto che orbita intorno al nostro pianeta da oltre vent'anni. Il 3 settembre, la capsula cargo Dragon, in missione CRS-33, ha fatto molto di più che semplicemente consegnare rifornimenti ed esperimenti: ha acceso i suoi motori per elevare l’intera struttura, portando la ISS a quasi 420 chilometri di altitudine.
Manovre Vitali per il Futuro della Stazione
A prima vista, potrebbe sembrare un semplice dettaglio tecnico, ma tali manovre sono essenziali. La ISS non fluttua nello spazio come un palloncino; l’atmosfera terrestre, sebbene rarefatta a quelle altitudini, esercita una forza continua che tende a tirarla verso il basso. Senza correzioni regolari, la sua orbita scenderebbe progressivamente, compromettendo la sua operatività. Finora, questo compito era svolto dalle navette russe Progress, ma il panorama sta cambiando.
SpaceX Pronta a Prendere il Comando
Con la possibile uscita della Russia dal programma entro il 2028, la NASA non può più contare su un solo partner. Qui entra in gioco Dragon, insieme a Cygnus, non solo come "corriere spaziale" ma come custode della stazione. La manovra di settembre rappresenta una conferma che SpaceX è pronta a espandere il suo ruolo, fino a gestire il capitolo finale della ISS. Intorno al 2030-2031, sarà infatti una versione speciale di Dragon a guidare l’intera stazione verso il suo ultimo viaggio.
Il Futuro della Capsule Dragon
Nel frattempo, la capsula rimarrà agganciata alla ISS fino a dicembre o gennaio, continuando il suo lavoro: consegne di provviste, raccolta di campioni e gestione dei rifiuti. È come osservare un camion che, oltre a scaricare merce, regola il traffico e trasporta i passeggeri. Ma qui, la "strada" è un’orbita a quasi 400 chilometri dalla Terra. Ogni accensione di motori è un segnale di un futuro che si costruisce a piccoli passi, un futuro in cui la presenza americana nello spazio diventa sempre più autonoma e strategica.