Se Trump vuole tassi in calo, deve sfruttare il genio di Elon Musk
2025-01-24
Autore: Sofia
Il presidente Donald Trump ha recentemente partecipato al suo primo incontro elettorale dopo aver giurato, sebbene in modo virtuale. Giovedì, si è collegato via videoconferenza al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, affrontando temi cruciali del dibattito globale. Tra questi, ha espresso il desiderio che la Federal Reserve riduca i tassi di interesse, anche se non l'ha menzionata direttamente. Secondo Trump, un abbassamento dei tassi stimolerebbe il costo del denaro a livello mondiale.
Tuttavia, il clima economico è complesso. L'inflazione negli Stati Uniti è ancora elevata, mentre il mercato del lavoro è in fase di piena occupazione. La Federal Reserve, guidata dal governatore Jerome Powell, ha già abbassato i tassi tre volte consecutive da settembre, ma il rischio di un surriscaldamento dell'economia e delle aspettative inflazionistiche è reale. Prossimamente, importanti banche centrali, compresa la Fed, si riuniranno, con la Banca Centrale Europea pronta a comunicare un probabile taglio dei tassi, mentre per la Fed si prevede una posizione più cauta.
La battaglia tra Trump e Powell potrebbe riprendere, simile a quanto accaduto durante il primo mandato di Trump, nonostante fosse stato proprio il presidente a nominare Powell. Durante il suo intervento a Davos, Trump ha chiarito che l'attuale alta inflazione è in gran parte dovuta agli squilibri fiscali sotto l'amministrazione Biden.
Una nota interessante nel discorso di Trump è stata la nomina di Elon Musk, ora suo stretto collaboratore, a capo del Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE). Musk ha promesso di lavorare su un piano che prevede risparmi significativi, stimati intorno ai 2.000 miliardi di dollari, un terzo del budget federale americano. Anche se le sue affermazioni possono sembrare irrealistiche, la necessità di ridurre i deficit annuali è cruciale per la credibilità della politica economica di Trump.
Inoltre, un taglio della spesa pubblica potrebbe avere effetti positivi non solo sull'inflazione, ma anche sul deficit commerciale, altro obiettivo cardine di Trump. La riduzione della pressione della domanda interna, insieme all'austerità, potrebbe indeed contribuire a una politica monetaria più espansiva, dando alla Fed la libertà di abbassare i tassi senza compromettere la sua indipendenza.
Se l'amministrazione di Trump suggerisce imminenti tagli alla spesa pubblica per finanziare investimenti infrastrutturali e riduzioni fiscali, ciò potrebbe portare a un indebolimento del dollaro e a un abbassamento dei rendimenti americani. Ciò creerebbe un contesto favorevole per le tanto agognate riduzioni dei tassi. Tuttavia, l'efficacia di queste manovre dipende in gran parte dalla capacità di Musk di presentare un piano concreto e sostenibile, un obiettivo difficile da raggiungere, poiché spesso in politica si promette di correggere le inefficienze senza passare mai all'azione.
Nel panorama mondiale, Javier Milei in Argentina ha recentemente implementato politiche di austerità con successo, dimostrando che è possibile evitare l'iperinflazione attraverso misure drastiche. Se Trump vuole mitigare le tensioni economiche, avrebbe forse bisogno di prendere appunti dalle esperienze altrui.