Scopri il drone NASA Dragonfly: il rivoluzionario esploratore di Titano in un nuovo video
2024-11-16
Autore: Sofia
Il recente successo del piccolo drone marziano NASA Ingenuity ha aperto la strada a nuove ed entusiasmanti missioni spaziali. Con i suoi 72 voli su Marte, per un totale di 17 km percorsi, Ingenuity ha dimostrato come i droni possano giocare un ruolo cruciale nell'esplorazione del nostro sistema solare. Ma ora gli occhi sono puntati sul prossimo protagonista: il drone NASA Dragonfly, destinato a solcare i cieli di Titano, la misteriosa luna di Saturno.
Recentemente, NASA ha rilasciato un nuovo video che mette in mostra i prototipi di Dragonfly, un drone che si presenta come un dispositivo altamente innovativo e tecnologico. Dopo un lungo periodo di sviluppo e di incertezze, compresi studi dei costi e fattibilità, la missione dovrebbe partire nel luglio del 2028, con arrivo su Titano previsto per il 2034.
La straordinaria atmosfera di Titano, composta per il 95% di azoto e per il 5% di metano, offrirà a Dragonfly condizioni favorevoli per il volo. Il drone sarà in grado di effettuare voli lunghi, raccogliendo dati interessanti durante il suo tragitto. Sarà un grandissimo passo avanti rispetto al semplice ma efficace Ingenuity.
Il drone NASA Dragonfly sarà dotato di strumenti all'avanguardia, tra cui DraMS (Dragonfly Mass Spectrometer) e DraGNS (Dragonfly Gamma-Ray and Neutron Spectrometer), per analizzare la composizione del suolo e dell'atmosfera, alla ricerca di elementi essenziali come carbonio, idrogeno e azoto, che sono cruciali per comprendere le possibilità di vita extraterrestre.
Inoltre, DraGMet (Dragonfly Geophysics and Meteorology Package) fornirà dati preziosi sulla pressione atmosferica, temperatura e attività sismica, mentre DragonCam catturerà immagini per scopi scientifici e di navigazione. Con la suite DraGHS (Dragonfly Geophysics and Heat Flow Suite) si studieranno le proprietà fisiche della superficie di Titano e i flussi di calore interni.
Una grande differenza rispetto ad Ingenuity è che Dragonfly non utilizzerà pannelli solari, ma sarà alimentato da un generatore termoelettrico a radioisotopi (RTG) che utilizza plutonio, simile a quello impiegato nelle missioni Curiosity e Perseverance. Questa scelta è motivata dalla scarsa luminosità del Sole su Titano, dove grandi pannelli solari comprometterebbero l'efficienza aerodinamica.
Il drone avrà otto rotori disposti su quattro supporti, garantendo così una certa ridondanza e la possibilità di proseguire la missione anche in caso di guasti. Con una massa di circa 450 kg, Dragonfly sarà in grado di affrontare la bassa gravità di Titano, permettendole di svolgere ricerche approfondite su un mondo che potrebbe rivelare segreti sull'origine della vita. Non perdere i prossimi aggiornamenti su questa affascinante missione che potrebbe cambiare il nostro approccio all’esplorazione spaziale!