Nazionale

Scontri a Bologna: la tensione cresce nella campagna elettorale

2024-11-10

Autore: Matteo

La campagna elettorale per le elezioni regionali si infiamma a Bologna, dove la violenza esplosa sabato scorso ha scatenato un acceso confronto tra centrodestra e centrosinistra. I collettivi antifascisti hanno tentato di avvicinarsi a un corteo di estrema destra, dando origine a scontri con le forze dell'ordine, un episodio che ha sollevato le ire del governo guidato dalla premier Giorgia Meloni. Quest'ultima ha accusato una "certa sinistra" di tollerare le violenze, in un momento in cui le elezioni si avvicinano e gli animi si scaldano.

Il centrodestra, guidato da Matteo Salvini, sta cavalcando l’onda di queste tensioni, puntando il dito contro il silenzio della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Salvini ha espressamente chiesto la chiusura dei centri sociali, accusandoli di essere rifugi di "criminali e zecche rosse". La reazione del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, non si è fatta attendere: ha criticato la gestione dell'ordine pubblico da parte del governo, descrivendo la presenza delle forze armate come un richiamo alle "camicie nere" del passato.

Le polemiche si sono estese anche al campo della giustizia, con Salvini che ha attaccato pubblicamente la giudice Silvana Albano, incitandola a dimettersi e a intraprendere la carriera politica. Da parte loro, le opposizioni accusano la destra di instigare conflitti, evocando un clima di attacco ai giudici che non può essere tollerato.

Questi scambi di accuse avvengono in concomitanza con il congresso di Magistratura Democratica, dove i giudici sono in attesa di un pronunciamento sui trattenimenti in Albania, una questione già fonte di controversie politiche. La chiusura della campagna elettorale del centrodestra si avvicina, con un grande evento programmato per lunedì sera, dove interverranno nomi di spicco tra cui Meloni, Salvini e Tajani.

Il sindaco Lepore chiede alla Meloni di concentrarsi sulle reali emergenze, come quelle delle aree colpite dalle recenti alluvioni, piuttosto che commentare i disordini. Nel frattempo, il candidato del centrosinistra, Michele De Pascale, pur condannando le violenze, si è espresso a favore dello scioglimento delle organizzazioni neofasciste e si è opposto all'autorizzazione di manifestazioni pro-fasciste, nelle immediate vicinanze di simboli come la Stazione di Bologna.

Nel frattempo, la polemica infuria anche sui manifesti affissi in città per il 'No Meloni Day', raffiguranti le facce della premier e della ministra Bernini coperte da una mano rossa. Forza Italia denuncia un tentativo di intimidazione, mentre Casapound promette di tornare in piazza contro ciò che definisce un "antifascismo istituzionale stagnante".

I sindacati delle forze dell'ordine intervengono, chiedendo misure più severe contro la violenza, lamentando di non essere "carne da macello" in questo clima di discordia. Segnalano anche l’emergere di video che mostrerebbero un leader dei movimenti di estrema destra dare ordini alle forze dell’ordine durante i disordini. La battaglia politica in corso a Bologna è lontana dalla conclusione, e gli sviluppi di questi giorni potrebbero avere conseguenze significative nel panorama politico italiano.