Scienziata cura il cancro con virus di laboratorio: nuova frontiera della viroterapia
2024-11-12
Autore: Maria
Nel mondo della medicina, la lotta contro il cancro spesso sembra una battaglia persa, ma una recente scoperta ha acceso nuove speranze. Beata Halassy, una virologa dell'Università di Zagabria, ha rivelato di aver curato il proprio cancro al seno utilizzando virus che ha coltivato in laboratorio, ottenendo risultati straordinari. Questa storia non solo ha catturato l'attenzione della comunità scientifica, ma ha anche sollevato questioni etiche significative.
La vicenda di Halassy inizia nel 2020, quando, a 49 anni, scopre una recidiva del cancro al seno proprio nel luogo dove aveva subito una mastectomia. Dato l'orrendo spauracchio di affrontare nuovamente la chemioterapia, decide di intraprendere una strada alternativa, utilizzando le sue competenze in virologia per sperimentare un approccio innovativo noto come viroterapia oncolica (OVT).
"Non sono un’esperta di OVT, ma la mia esperienza nella coltivazione e purificazione dei virus mi ha dato la fiducia necessaria per tentare il trattamento," ha dichiarato Halassy. Il suo coraggio e la sua determinazione sono stati premiati: a quattro anni dall'inizio del trattamento autogestito, si sente libera dal cancro.
Tuttavia, questo caso eccezionale ha riacceso un acceso dibattito etico. Jacob Sherkow, un esperto di diritto e medicina, ha messo in guardia sui rischi associati all'auto-sperimentazione. "Il problema non è solo l'autosperimentazione in sé, ma la possibilità che altri possano decidere di abbandonare i trattamenti convenzionali per emulare esperienze simili senza le necessarie competenze scientifiche,” ha avvertito.
Halassy stessa riconosce la complessità del suo trattamento e avverte che non tutti possono replicare il suo approccio senza una formazione adeguata. Tuttavia, ciò che emerge come un aspetto estremamente positivo dalla sua storia è che ha aperto nuovi orizzonti nella sua ricerca. A settembre, ha ricevuto finanziamenti per studiare l'uso della OVT nel trattamento dei tumori negli animali domestici, un passo avanti che potrebbe rivoluzionare anche la cura di queste malattie nel regno animale.
La scienziata ha commentato: "Il focus del mio laboratorio è completamente cambiato grazie all'esperienza positiva con il mio auto-trattamento. Non rimpiango della mia audace decisione." Ma, è fondamentale ricordare che la medicina non può basarsi unicamente su esperimenti individuali. Come evidenziato nello studio, l'auto-trattamento con virus non deve diventare la prima scelta per chi riceve una diagnosi di cancro, soprattutto in assenza di prove scientifiche consolidate.
In effetti, la storia di Halassy non deve mettere in ombra l'importante questione dell’etica nella medicina. Mentre ci sono scienziati come Halassy che operano nel rispetto della ricerca scientifica, esistono anche ciarlatani che approfittano della vulnerabilità dei malati oncologici, proponendo terapie alternative inefficaci. La vera battaglia sta nel proteggere i pazienti dalle truffe e nell'affermare l'importanza di trattamenti supportati da solide evidenze scientifiche.
Inoltre, l’approccio della viroterapia è una delle frontiere più promettenti nella lotta contro il cancro. Già ora, numerosi studi hanno dimostrato che alcuni tumori possono essere trattati con successo utilizzando vaccini terapeutici, inclusi i vaccini a mRNA. La ricerca in questo campo continua a crescere e potrebbe portare a nuove trattamenti salvavita in un futuro non troppo lontano.
Questa storia rappresenta un’occasione di riflessione per tutti noi: cosa siamo disposti a rischiare nella lotta contro un male così insidioso? La scienza e l'etica devono andare di pari passo per garantire che ogni paziente abbia accesso a cure sicure e efficaci.