
Scandalo Sanitario: Ecco perché la Sicilia è in crisi e cosa ne pensa la Regione
2025-03-29
Autore: Alessandra
Nella giornata di ieri, Ferdinando Croce, Direttore generale dell'ASP 9 di Trapani, ha ricevuto una notifica dalla Regione Siciliana tramite l'assessorato della Salute, avviando il procedimento di decadenza e sospendendolo dalle sue funzioni per 60 giorni.
Questa drastica decisione è scaturita da due ispezioni condotte nell'ASP, una realizzata a livello regionale e l'altra ministeriale, in risposta ai gravi ritardi nella refertazione istologica. Questi ritardi hanno suscitato un'ampia eco mediatica e un giustificato allarme sociale, minacciando direttamente la salute dei cittadini.
La nota ufficiale della Regione sottolinea che: 'La decisione è stata adottata a seguito di un'indagine ispettiva che ha messo in evidenza disservizi significativi nell'erogazione delle prestazioni di anatomia patologica'. Gli ispettori hanno riferito di omissis gravi, violando i principi di efficacia e buona amministrazione.
Cosa accade ora?
Croce ha già lasciato la sua posizione, e il suo vice, Danilo Palazzolo, ha preso il suo posto. Croce ha 10 giorni per presentare difese e obiezioni, dopo di che si riunirà la VI Commissione Sanità all'ARS, che esprimerà un parere non vincolante, mentre la conferenza dei sindaci della provincia di Trapani seguirà la stessa procedura. La decisione finale spetterà al presidente della Regione Renato Schifani.
Le dichiarazioni di Croce
Dopo l'emissione del provvedimento, Croce ha finalmente commentato: 'Non intendo commentare la decisione del Presidente della Regione, ma posso assicurarvi che ho operato sempre con la massima responsabilità e trasparenza. Ho adottato misure tempestive per risolvere le problematiche evidenziate.' Ha poi aggiunto di aver avvisato l'assessorato regionale senza ricevere alcun supporto, lamentando l'assenza di interventi fino a quando la questione non è diventata di interesse pubblico.
Le reazioni politiche
Antonio De Luca del M5S ha definito la sospensione 'doverosa, ma tardiva', sottolineando la corresponsabilità del governo. Ha chiesto chiarezza e trasparenza, sottolineando che la crisi sanitaria in Sicilia non può essere risolta semplicemente punendo un singolo manager.
Cristina Ciminnisi ha puntato il dito contro l'assessorato, chiedendo perché non fossero stati fatti interventi prima che la situazione diventasse critica. Ha denunciato che la situazione a Trapani è rappresentativa di un sistema sanitario in crisi, affermando che i siciliani stanno pagando il prezzo di cattive politiche sanitarie.
Anche il Partito Democratico ha espresso preoccupazione, con Anthony Barbagallo che ha parlato di 'gestione fallimentare' e di come i posti letto e il personale siano inadeguati per affrontare le necessità della popolazione. Dario Safina ha aggiunto che non basterà una sospensione per risolvere un problema così radicato, poiché serve un vero piano di ristrutturazione per il sistema sanitario.
Conclusioni
Questo episodio mette in luce non solo i deficit dell'ASP di Trapani, ma evidenzia un problema più ampio della sanità siciliana, dove la politica sembra prevalere su logiche di gestione sanitaria efficente. La vera sfida per il governo sarà quella di trovare un equilibrio tra le esigenze politiche e la tutela della salute dei cittadini. La Sicilia non può più aspettare: è tempo di azioni concrete per risolvere una crisi sanitaria che dura da troppo tempo.