Satellite Resiste a Impatto con Detriti Spaziali e Cattura un Selfie da Record!
2024-11-11
Autore: Chiara
Un piccolo ma significativo foro di 6 millimetri è stato scoperto nel pannello solare del satellite MP42, in orbita terrestre dal 2022, riaccendendo l'attenzione su una delle problematiche più gravi dell'era spaziale: i detriti spaziali. L'azienda lituana NanoAvionics ha rilasciato l'immagine del danno, catturata dalla telecamera di bordo il 24 ottobre e successivamente condivisa sui social media il 30 ottobre.
L'origine di questo foro è ancora avvolta nel mistero; potrebbe essere stato causato da un frammento di detrito spaziale o da un micrometeorite. La telecamera di bordo non ha registrato immagini del pannello solare negli ultimi 18 mesi, quindi il momento preciso dell'impatto rimane sconosciuto. Fortunatamente, a causa delle modeste dimensioni del foro, la produzione di energia del satellite non ha subito un impatto significativo.
"Che sia stato causato da un micrometeorite o da un detrito spaziale, questa collisione mette in risalto l’urgenza di operazioni spaziali responsabili e l’importanza della resilienza dei satelliti a eventi del genere," ha dichiarato NanoAvionics in un comunicato.
L'MP42, con un peso di 130 kg, è il satellite più grande della flotta NanoAvionics, ma anche i più ingombranti come la Stazione Spaziale Internazionale devono affrontare rischi considerevoli. Secondo l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), si stima che circa 130 milioni di oggetti di dimensioni comprese tra 1 millimetro e 1 centimetro siano in orbita intorno alla Terra.
La gravità della situazione è stata evidenziata da incidenti passati: nel 2016, un frammento di detrito ha provocato un foro di 40 centimetri nel pannello solare del satellite Sentinel 1A dell'ESA, compromettendo temporaneamente la sua produzione energetica. Più recentemente, nell'agosto 2023, un adattatore di carico di 112 chilogrammi abbandonato in orbita da un razzo Vega ha subito un impatto simile, causando un ulteriore frantumazione e costringendo l'ESA a ridefinire gli obiettivi per la sua prima missione attiva di rimozione dei detriti, denominata ClearSpace-1.
Numerose soluzioni sono attualmente in fase di valutazione per contrastare la proliferazione dei detriti spaziali, a partire dall'identificazione di questa spazzatura orbitale. Diverse tecnologie avanzate, inclusa quella del telerilevamento laser satellitare (SLR), possono offrire precisioni al centimetro per monitorare i detriti.
Il rischio che ciò comporta è di arrivare a un inquietante scenario noto come "Sindrone di Kessler". Proposto nel 1978 dal consulente NASA Donald J. Kessler, questa teoria avverte che l'aumento dei detriti spaziali in orbita terrestre bassa può innescare una catena di collisioni. Ogni impatto genererebbe nuovi frammenti, intensificando il rischio di ulteriori collisioni. Come un effetto domino, la situazione potrebbe sfuggire dal controllo, trasformando l'orbita terrestre in un trapano di rottami., con satelliti importantissimi per comunicazioni, navigazione e monitoraggio climatico distrutti, portando a conseguenze disastrose per l'umanità.
In questo contesto, è fondamentale che tutti gli stakeholder coinvolti nell'attività spaziale lavorino insieme per sviluppare strategie e tecnologie innovative che possano garantire un futuro più sicuro e sostenibile nello spazio.