
Sanità in crisi: come i cittadini sono stati ingannati per 20 anni
2025-04-09
Autore: Alessandra
I Livelli Essenziali di Assistenza (Lea): un diritto negato
I Livelli Essenziali di Assistenza, noti come Lea, rappresentano le prestazioni sanitarie che ogni Regione italiana è legalmente obbligata a fornire ai propri cittadini, sia gratuitamente che tramite ticket. Vaccinazioni, screening oncologici, visite mediche e interventi chirurgici: gli standard sono chiari. Ma la realtà è molto diversa.
Monitoraggio: otto Regioni inadempienti
Dal 2001, un sistema di monitoraggio nazionale valuta se le Regioni rispettano i Lea. I colori del report parlano chiaro: verde per le virtuose, giallo per le critiche, e rosso per le inadempienti. Ebbene, l’ultimo aggiornamento rivela che otto Regioni—tra cui Sicilia, Calabria, Liguria e Abruzzo—non raggiungono i requisiti minimi.
Piani di rientro: misure che non funzionano
Il Piano di rientro, introdotto dal 2007 per affrontare i disavanzi sanitari, prometteva miglioramenti. Ma, a conti fatti, ha prodotto solo pessimi risultati. Molise e Abruzzo sono sotto la lente di ingrandimento dal lontano 2007, mostrando ancora oggi prestazioni insufficienti.
Il blocco del turnover: una crisi di personale
Un fattore cruciale per il fallimento di queste Regioni è il blocco automatico del turn-over. Fino al 2019, chi andava in pensione non veniva sostituito. Risultato? Una drastica riduzione del personale sanitario, con una perdita di oltre 32.000 professionisti in regioni già in crisi.
Posti letto: un’emergenza sanitaria
Altro indice preoccupante è la riduzione dei posti letto ospedalieri, dove le Regioni in Piano di rientro hanno tagliato più del 27% rispetto alla media nazionale. Oggi, la Calabria e la Campania si trovano ad affrontare uno standard inaccettabile di soli 2,7 e 2,8 letti per 1.000 abitanti.
Meno opportunità di cura, più tasse da pagare
Le Regioni in Piano di rientro non possono introdurre nuove prestazioni, privando quindi i cittadini di opportunità terapeutiche vitali. Ma non finisce qui: chi vive in queste aree finisce per pagare tasse più alte, pur ricevendo servizi sanitari inferiori, creando un paradosso che aggrava le disuguaglianze sociali.
Una speranza di vita sempre più ineguale
Dopo quasi vent’anni, la situazione resta critica. Il tasso di fuga verso il Nord per cure mediche è allarmante e la speranza di vita al Sud è inferiore di oltre un anno rispetto al Nord. Medici e pazienti continuano a cercare assistenza altrove, e la situazione non accenna a migliorare.
Chi paga le conseguenze?
La responsabilità di questo disastro è da attribuire a una classe dirigente che spesso privilegia la fedeltà politica rispetto alla competenza. I cittadini meritano di sapere chi è al timone, perché è il governo che deve garantire salute e benessere a tutti, senza distinzioni.
L'inefficienza e il malgoverno hanno creato un sistema sanitario a due velocità, penalizzando regioni e cittadini già in difficoltà. È ora di alzare la voce e chiedere un cambiamento reale.