
Rivoluzione Smart Working: I Datori di Lavoro Non Possono Geolocalizzare i Lavoratori!
2025-05-11
Autore: Matteo
Una Sanzione Milionaria per un Datore di Lavoro Indisciplinato
Il Garante per la privacy ha inflitto un ammenda di ben 50.000 euro a un datore di lavoro che ha abusato della geolocalizzazione dei propri dipendenti nel contesto dello smart working. Questo intervento ha sollevato una questione cruciale: fino a che punto i datori di lavoro possono controllare i propri collaboratori?
Normative a Tutela della Privacy
Secondo la Legge 300 del 1970, nota come Statuto dei Lavoratori, l'uso di impianti audiovisivi e strumenti di controllo a distanza è rigorosamente regolamentato. Questi strumenti possono essere utilizzati solo per esigenze di sicurezza, organizzative e produttive, previa approvazione collettiva.
Il Jobs Act, attraverso il D. Lgs. 151/2015, consente un controllo limitato su dispositivi aziendali come smartphone e PC, ma solo se i lavoratori sono stati informati sulle modalità di utilizzo e nel rispetto della loro privacy.
La Dichiarazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
Una recente circolare dell’Ispettorato del Lavoro ha ribadito che per installare sistemi di controllo a distanza nei luoghi di lavoro è necessario un accordo sindacale. In mancanza di un accordo, è possibile fare richiesta di autorizzazione all'Ispettorato, allegando prove del tentativo di raggiungere un consenso.
Attenzione all’Eccesso di Controllo
Il Garante per la privacy ha avvertito più volte che le tecnologie non possono essere utilizzate per un monitoraggio incessante dei lavoratori, poiché ciò riduce la loro libertà e dignità, violando i diritti protetti dallo Statuto dei Lavoratori. Nel caso specifico, l'azienda controllava persone con procedure invasive per verificare la coerenza tra la loro posizione geografica e l'indirizzo indicato per il lavoro a distanza.
Controllo Ingiustificato e Conseguenze
I dipendenti, contattati telefonicamente, dovevano attivare la geolocalizzazione sui loro dispositivi e informare l’azienda della loro posizione. Questo tipo di sorveglianza è avvenuto senza una legittima base giuridica e ha comportato gravi interferenze nella vita privata dei lavoratori, portando all'elevata multa di 50.000 euro.
Un Cambiamento Necessario per la Privacy dei Lavoratori
Questa situazione mette in luce la necessità urgente di rivedere le normative relative al lavoro a distanza, per garantire che i diritti dei lavoratori siano salvaguardati, senza compromettere la loro privacy e dignità.