L’anno 2025 porterà cambiamenti significativi per chi lavora con il regime forfettario, grazie alla recente riforma dell’Irpef/Ires e alla Legge di Bilancio. Le novità riguardano in particolare le cause di esclusione, ampliando così la platea dei beneficiari e rafforzando i vantaggi fiscali.

Una delle principali novità è l’innalzamento della soglia di reddito per i lavoratori con partita IVA che percepiscono compensi da lavoro dipendente. Attualmente, chi guadagna più di 30.000 euro da lavoro dipendente non può accedere al regime forfettario. Tuttavia, un emendamento approvato prevede che, a partire dal 2025, questo limite salirà a 35.000 euro. Questo significa che chi nel 2024 guadagnerà entro questo nuovo limite, potrà continuare a godere dei benefici del regime forfettario anche nel 2025.

Un'altra importante modifica riguarda il DDL Lavoro, che affronta specifiche cause di esclusione. Fino ad ora, chi fatturava più di un certo limite ai propri datori di lavoro era escluso dal regime forfettario. Tuttavia, si è stabilito che le persone fisiche iscritte ad albi professionali potranno accedere al regime anche se prestano servizi a datori di lavoro con più di 250 dipendenti, a condizione che il lavoro subordinato sia part-time e indeterminato.

Inoltre, il trattamento fiscale delle spese sostenute dai professionisti e poi riaddebitate ai clienti subirà un cambiamento significativo. Le spese per viaggi, vitto e alloggio, attualmente soggette a tassazione, non contribuiranno più alla formazione del reddito nel nuovo regime. Questo rappresenta un vantaggio rispetto ai professionisti operanti nel regime ordinario, che possono dedurre tali spese integralmente.

Infine, è importante sapere che mentre queste modifiche offrono vantaggi certi, c’è anche un avviso: le spese non potranno più essere dedotte se il committente provvede a rimborsarle. Solo in caso di insolvenza o previa scadenza di determinati diritti di riscossione, si potrà rivalutare la deducibilità delle spese.

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