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Reggio Calabria: Terribili abusi su ragazzine per anni da parte dei clan locali. Famiglia di una delle vittime: «Sei pazza, non denunciare»

2024-12-22

Autore: Sofia

Sedici persone sono accusate di aver ripetutamente violentato due giovani ragazze per un periodo di due anni. Gli ultimi arresti sono avvenuti ieri, coinvolgendo tre ragazzi che all'epoca dei fatti erano ancora minorenni.

Le vittime, anch'esse minorenni, sono state oggetto di abusi atroci, documentati in video dai loro aguzzini. La terribile vicenda si svolge a Seminara, un piccolo comune della provincia di Reggio Calabria, e ieri ha visto nuovi sviluppi con ulteriori arresti. Le indagini hanno rivelato che tra i sedici accusati ci sono ragazzi provenienti da famiglie legate a potenti gruppi della 'ndrangheta, un politico locale e il fidanzato di una delle vittime. Queste ragazzine, rimaste sole durante gli anni di abusi, hanno dovuto affrontare il silenzio forzato e la vergogna, poiché i familiari di una delle due vittime hanno cercato di ostacolarne la denuncia appena sono scattate le prime indagini.

La famiglia di una delle vittime ha addirittura esercitato pressioni psicologiche affermando frasi intimidatorie come: «Perché non ti ammazzi? Sei una pazza». Questo clima di terrore ha costretto la giovane a rimanere in silenzio fino a poco tempo fa.

Le indagini sono iniziate oltre un anno fa quando gli investigatori, seguendo una pista legata alla 'ndrangheta, hanno intercettato conversazioni via chat in cui gli indagati organizzavano gli abusi. Il procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti, ha confermato che i crimini sono stati pianificati con un certo grado di audacia. Il 15 novembre 2023, le forze dell'ordine hanno arrestato quattro persone, ma fino ad allora nessuna delle vittime aveva sporto denuncia. Col tempo, alcune ragazze hanno iniziato a raccontare la loro esperienza, ma una di loro ha ricevuto minacce dirette dai familiari che cercavano di silenziarla, dicendo cose come «devi stare muta» e «hai rovinato tutto». Addirittura, è stato fatto un tentativo di farla dichiarare incapace di intendere e di volere.

Fortunatamente, le indagini sono proseguite, e per una delle ragazze coinvolte, le autorità hanno deciso di intervenire. Gli inquirenti hanno descritto la sua determinazione e coerenza nel raccontare la sua storia come un atto di grande coraggio in una situazione estremamente complessa e delicata.

Questa inquietante vicenda non solo mette in luce la brutalità della violenza sessuale, ma anche il silenzio e la vergogna che spesso circondano tali atrocità nelle comunità afflitte dalla criminalità organizzata. È fondamentale che le vittime trovino il coraggio di parlare e che le istituzioni garantiscano loro la protezione necessaria per denunciare i propri aguzzini.